28 marzo 2012

il gioco del quindici e la cabina armadio: nel mezzo IO

Il fatto è che casa mia non è piccola, è diversamente grande. Tipo quella battuta di Aldo Giovanni e Giacomo (si, confesso, in una vita passata ho visto i loro primissimi film che l'avvocato ex marito era pazzo per loro...e vabbè, ma è un bravo ragazzo su su) "E se siamo in tre in uno spazio di uno"...e quindi noi siamo in quattro nello spazio di due, anzi a dire il vero siamo in quattro più un pezzo. NO. Non vi sognate strane cose tipo un alieno che cresce nella mia pancia piuttostomisparo, il pezzo è appunto il mio ex marito che perfettamente coerente ha lasciato pezzetti qua e là che chissà quando verranno recuperati, io di fargli gli scatoloni proprio proprio no, grazie. E quindi. E quindi la casa è esattamente 54 metriquadri. Hai presente? si esatto, quella dimensione perfetta...per una coppietta. eh ma noi siamo QUA T TRO. esatto! E ancora non ho dato retta a quella voce malata e folle che mi dice :prendi un cane, prendi un cane, che i cani sono così belli, che i bambini lo adorerebbero e tu anche...(tra parentesi per me il cane è il CANE, tipo pesa almeno 20 kili, ed ha una certa imponenza sennò che cane è? un bonsai???) Anche se ho seriamente considerato l'ipotesi di prendere le tartarughe del mio nonnino, se non che Lui alla mia raggiante proposta "Che dici? prendiamo noi le tartarughe??" Mi guarda e fa :"le tartarughe?? 'na bella rottura di cazzo eh ?" O.O (ecco si, in effetti non avevo considerato la storia del fannolebucheovunque scappano edoeluleprendonoapicconate...vabbè, il mio era stato uno slancio di cuore) comunque...sto divagando.
Insomma casa mia io la amo alla follia, ve l'ho già raccontato qui (e sì, la amo nonostante il vicino spaccamaroni che alla fine mi tocca rifare il terrazzo sigh sigh e ancora non ho capito come spostare i miei 7 rincospermi di 10 anni, ma quasi quasi ci scrivo un post apposta e chiedo consiglio a @lefunkymamas) MA. Ma ogni tanto io divento claustrofobica. Diciamoci la verità, ogni spesso. perchè vorrei tanto tanto avre uno spazio in più. Che io passo la vita a giocare al gioco del quindici. Ve lo ricordate?? Quello che devi girare tutti i tasselli per incastrarli nel modo giusto, che s ene sposti uno poi devi spostare tutti lie ltri perchè di spaizo libero ce n'è solo uno. Ecco, appunto. Lo spazio libero non c'è e quindi è un gioco di incastri. Che lo spazio libero è come l'energia: non si crea nè si distrugge, in qualche modo si trasforma. E adesso infatti c'è il cambio di stagione da affrontare...OH MIO DIO. il cambio di stagione è il male. Sono scatole e scatoloni che fanno su e giù dal soppalco all'armadio transitando per il pavimento, quello che mia nonna chiamava "lo stipo grande", verità popolari. E io quando faccio il cambio di stagione divento una specie di animale idrofobo, non parlo: ringhio. Soffio come una gatta a chi mi si avvicina e inveisco contro chiunque sia vagamente collegato a qualunque cosa si metta sul mio cammino. Tipo: i mie ex suoceri che mi hanno regalato quella cazzo di scala che è troppo lata per entrare in bagno col soppalco e va messa di traverso senza aprirla e sbatte contro il muro e lascia i segni ecchecazzo.  Capitemi. La mia è una vita difficile. Vi prego. Aiutatemi. Regalatemi una cabina armadio. E' il mio sogno numero uno. Tutti dicono che dovrei fare un secondo bagno...ma sai chemenefregaame del secondo bagno??? IO VOGLIO UNA CABINA ARMADIO, oh. Stateci voi con due bagni, che mica poi ci posso mettere le scarpe, eh.

Va bene pure di Ikea, davvero. Vi pregoooooooooooo....poi faccio la brava, promesso.





oggi sono indecisa, beccatevi due canzoni và ;PPP( ma non vi ci abituate eh )


26 marzo 2012

Le cose in sospeso...ovvero riflessioni sulla lentezza

Le cose in sospeso. Ci sono persone che vivono come viaggiatori con un ripiano apposta. Una sorta di mensola virtuale su cui appoggiano spesso le cose. Quelle irrisolte, da lasciare li. In attesa. Ecco io non sono capace. Devo essere nata senza quel ripiano che io le cose non le so mettere da parte. Io voglio tutto e subito. Non accetto i silenzi. Non so stare ferma in attesa. Proprio no. E così le cose in sospeso non mi piacciono molto, anzi a dire la verità io le odio proprio. Mi fanno uscire fuori di testa. Come quando ti offendi nel bel mezzo di una conversazione. E allora poi lo fai notare, ma la cosa cade nel silenzio e tu resti li, a interlocuire da sola con i tuoi pensieri. Come quando c'è un problrma e tu lo vuoi risolvere subito, all'istante. Ma l'altro invece sfugge. Come quando si deve fare pace un attimo dopo la litigata, come i bambini. Perche non si possono lasciare le cose li, aspettando che si rimettano a posto. E invece. Invece è successo che Lui è un'artista del sospendere. Mi ha violentemente costretta ai suoi silenzi moltissime volte nel nostro tumultuoso passato. Mi ha costretta ai suoi tempi, biblici a volte rispetto alla mia "fregola" di risolvere le cose all'istante. Eppure mi ha aiutata , moltissimo. Mi ha insegnato tempi e movenze diverse in questa vita, e a volte vincenti tanto quanto le mie frenesie. A volte è ancora quasi impossibile restare sospesa, ma una parte di me, seppure non sospenda nulla della sua esistenza, ha imparato a stare a volteggiare in una bolla di tanto in tanto, e ad aspettare semplicemente che le cose e le persone intorno a me facciano il loro corso...che non le si puó forzare nelle nostre orbite.
Stupore.


Questo post l'ho scritto qualche sera fa, raggomitolata nel mio letto, costretta ed aspettare che i pensieri si fermassero. Lo pubblico oggi, perchè è la giornata della lentezza. perchè secondo me la lentezza è un pò uno stato dell'animo, che a volte dovremmo imparare. Perchè per me la lentezza non è fare le cose con calma oggi, ma è sapere che nella vita ci sono tempi lenti. Che spesso non dipendono da noi, am che dobbiamo saper ascoltare. La lentezza vuol dire saper ascoltare il tempo. Quello di un sentimento. Quello di un errore. quello di una consapevolezza. Quello del dolore. Quello della guarigione.
La lentezza è saper non volere tutto e subito, non volere tutto sotto il nostro controllo, con i nostri tempi. Credo che questa lentezza sia una risorsa essenziale per le mamme, perchè i nostri bimbi non hanno i nostri tempi. Ecco, la mia è un'interpretazione un pò sui generis, ma oggi mi piaceva così...
buona lentezza quindi, a tutti noi.
( e grazie di cuore a baby planner italia per questa bella iniziativa!!)

PS Il mio attimo di lentezza oggi sarà con i miei figli. Un ritorno a casa un pò anticipato, un bicchiere di succo di frutta, il giardino, la terra, i fiori e qualche coccola :)


25 marzo 2012

In bianco e in nero


Mio nonno.  Potrei scrivere un mondo su di lui. un uomo burbero, tutto d'un pezzo. Con una vita lunga, lunghissima e che ha affondato le radici nel dolore, nella lotta, in spazi dove essere un bambino non era consentito. Suonava la tromba, a sei anni, per aiutare il padre vedovo a sopravvivere. Quella musica suonata fin da ragazzino, che da ragazzo divenne la musica jazz suonata con gli americani, quella musica è diventata parte di lui. Ci vuole fiato per la tromba, e polmoni, polmoni più grandi e forti di quelli di un bambino che deve salire su una cassetta della frutta per arrivare all'altezza giusta. E ci vuole un cuore più duro di quello di un bambino per sopravvivere alla morte della propria mamma. Al lavoro. Alla guerra. Non sempre c'è spazio per la morbidezza, per la debolezza. Non in quegli anni, in quella società, non per lui. Che la musica se l'è portata dietro, sempre. Che è diventata quella dei tasti bianchi e neri di un pianoforte a mezza coda, dove l'ho visto seduto mentre ad occhi chiusi ancora soffiava nella sua tromba immaginaria, anche se la musica non usciva da uno strumento a fiato ma da uno a corde. Quella musica gliela ho messa nelle orecchie con gli auricolari del mio iphone qualche mese fa, quando non è stato bene ed era in un letto di ospedale infastidito e stanco. E subito il suo cuore ha trovato pace. Io sono stata la sua nipote. L'unica femmina. La sua nipote femmina preferita, diceva per prendermi in giro. Io una testa dura, e calda. Troppo per lui, che ti azzittiva con un "che ne vuoi sapere tu giovine!" Io che mi sono scontrata con lui e la sua rigidità da che ho avuto voce. Eppure lui c'è sempre stato. A dirmi se avevo bisogno di qualche cosa. A chiedermi che avevo mangiato, che sembrava che tutto ruotasse intorno a quello, e forse, a ripensarci oggi, quando ha vissuto la fame vera davvero pensi che basti avere la pancia piena per sapere che in qualche modo le cose andranno bene. A chiedermi "quando vieni  a trovarmi?" mentre lo stavi ancora salutando sulla porta. ad abbracciarmi commosso al mio matrimonio. A guardare i miei figli. A sentirli cantare e dire che sono stonati tutti e due, non è vero che cantano bene. A insegnarmi sempre  e comunque come si doveva vivere, che lui lo spaeva e io no. A raccontarmi della sua vita. A leggere frasi di Eduardo. A rifilarmi continuamente sketch di Totò, che vedeva ridendo fino alle lacrime. A sindacare sempre, su tutto. A dirmi che dovevo darmi una mossa all'Università. Ad essere fiero die miei voti a scuola. A chiedermi del mio lavoro. A chiedermi dell'avvocato, mio marito. A non sapere, della mia separazione, della mia vita da sola, della mia nuova storia. A discutere. Con i figli. Con la moglie. Con i nipoti. Lui che è stato il padre severo e irraggiungibile di mia madre. Che è tagliata con l'accetta forse proprio perchè è stata sua figlia. Mio nonno. Nella mia testa si sovrappongono ricordi di due persone quasi. Perchè poi c'è stato quest'uomo, anziano. Che ha avuto la forza di dire la sua finchè ha avuto fiato in corpo, ma che ha mostrato una fragilità senza precedenti quando ha perso sua moglie. L'ho visto guardare mia nonna con gli occhi carichi di una dolcezza incredibile, supplicarla di guarire durante tutta la sua lunga agonia, pregarla di non lasciarlo solo. L'ho visto toccarla l'ultima volta con le mani affamate, coem se dovessero raccontare a quegli occhi ormai ciechi, ogni tratto del suo amore che stava per lasciar andare per sempre. L'ho visto incazzarsi e disperarsi di essere rimasto proprio lui qui, lui che doveva andarsene prima, che pure questo voleva decidere. C'era un mondo che era venuto in superficie, quello fatto della sua durezza e della sua fragilità, che lo ha reso incredibilmente caldo e vivo, nel ricordo che oggi ho di lui. Se n'è andato un mese fa, nel sonno, in silenzio. Aveva 92 anni. E quando io l'ho visto lì, in una pace che aveva desiderato così tanto, mi sono sentita quella nipotina piccola piccola di fronte ad un nonno grande ma tanto più vicino. 

C'è stato un tempo della mia vita in cui ho scritto tante poesie. Proprio mio nonno era disposto a finanziarne la pubblicazione. Non le ho mai pubblicate e le conservo gelosamente in un cassetto. Una copia ne aveva lui, con questa in copertina, per i suoi 80 anni. 



Nascosti da espressioni accigliate,
dietro ad una fronte corrugata
colorita da grigie e folte sopracciglia,
si spiegano racconti di vita andati;
regalati da un tempo passato
tra le note di un piano
in bianco e nero.
E’ lì che incontro
un uomo dallo sguardo intenso,
che mal cela
il suo cuore grande
ad una bimbetta ormai cresciuta.
Le sue parole allora,
lette in una musica dolce,
appaiono vana difesa
nel loro suono scorbutico
e sanno far trasparire
solo la saggia bontà
di uno spirito profondo.
Parole dure,
a volte scostanti
pronunciate da voce dolce
che sanno raccontare un’esperienza amara
e dar voce ad una presenza custode e attenta
accanto a chi custodisce nel segreto della sua anima.
E’ nascosto in un forziere
questo buon cuore
che raramente si apre a sguardi indiscreti;
l’accesso è negato
a chiunque non abbia pazienza e amore
di attendere che il silenzio parli;
si udiranno allora
le parole sagge
di chi difficilmente
sa mostrarsi vulnerabile
agli attacchi dell’affetto.
Oltre questa scorza
ti ho incontrato,
in un sorriso sincero,
in una lacrima furtiva,
in una brusca carezza;
tra le note del tuo pianoforte
ho ascoltato la tua musica
e ho scoperto il saggio
che cammina accanto a me,
con sguardo severo
e passo sicuro;
mi sono lasciata cullare
dal tuo affetto,
sapendo che mai si esaurirà.
Continuo, ora,
a muovere i miei passi
sicura che quando mi volterò
saprò ancora una volta
incontrare
il tuo sguardo buono
e aprire la tua fortezza
per ascoltare il tuo cuore.




22 marzo 2012

l'unione fa la forza e la condivisione di più

Questo è un post che sta qui, nel mio cuore, e sta scalpitando per uscire fuori. Ci si è piazziato in modo prepotente, e lo ha fatto ieri. Quando dopo aver lasciato uscire dei pensieri e delle parole che stavano lì, a fior di pelle da tempo, e che si sono prepotentemente fatte sentire dopo aver letto il post di the Queen Father, ho scritto il mio post di ieri. E voi siete arrivati, subito. Ognuno con una parole diversa, una faccina, una battuta,un abbraccio. E io mi sono sentita più forte. perchè la verità è che non siamo soli, e se si è in tanti su una barca affondare è più difficile.
Io sono sempre stata una chiacchierona, una di quelli che i cazzi suoi li racconta  achiunque, così, per condividere. Voglio dire...ho aperto un blog!!! E amo le voci, tante e dissonanti. Amo la varietà, e lo sapete. E questo mondo 2.0 fatto di frasi lanciate nella blogosfera, di hashtag, di emoticon, di pensieri telegrafici di 140 caratteri E' vario, e bello.
E allora ieri sera una mia amica mi guardava con la faccia a punto interrogativo mentre scrivevo una cosa su twitter, e avevo la pagina dei commenti del blog aperta...e mi fa: certo ce le hai tutte tu eh cecì?!?
E io...ecco si, io ho provato, a spiegare...e ho detto una frase tipo: eh ma io a twitter ci sono proprio affezionata.... ecco, vi lascio immaginare la reazione...più o meno così "Cioè sei affezionata ad una applicazione??? O.O"
Ecco....mi sa che non si può spiegare, vero??
E io però ho pensato alla mia amica, incinta di 5 mesi, circondata di amiche non mamme, che ogni tanto mi chiede di quelle domande che lasciano sottintendere che stia disperatamente cercando di capire dove è che si prende il foglietto illustrativo dell'oggetto figlio, e ho pensato a quanto si perde. perchè capitano sempre dei momenti nella vita in cui ti senti perso. E piccolo. E non riesci a vedere tanto chiaramente in che direzione andare. E forse quando diventi un genitore capita ancora di più, che non si nasce con tutte le informazioni necessarie, che senti il bisogno di avere dei punti fermi e invece sono impossibili da trovare, che ognuno deve sempre e per forza dirti la sua e tu non sai a chi dare retta. E allora c'è la risorsa incredibile della "comunella". Quel momento tra il cazzone e il serioso in cui ti trovi  a raccontare i cazzi tuoi  acchicchesia purchè abbia qualcosa che ti ispira fiducia, simpatia. E scopri un mondo. Scopri che ci sono tanti modi e che in mezzo a quei tanti ce n'è uno che risuona dentro di te. E allora ascolti, e metti da parte. E più si è e meglio è. Perchè io in questi anni in cui ho messo sottosopra la mai vita ho scoperto proprio questo, che vinci non quando hai delle granitiche certezze ma quando sai riconoscere le onde che arrivano e aggiustare il tiro, ampliare gli orizzonti, rischiare strumenti nuovi.
Ho divagato? Forse un pò, ma era per dire che in questo scambio continuo che c'è, e che corre sul filo e avviene tramite nick e avatar che non sempre rivelano il vero volto, io in questo scambio ci credo un sacco. Penso che mi renda migliore. penso che mi apra la mente. Che permetta non di nascondersi dalla realtà ma di aprirla a mondi che altrimenti non ci entrerebbero mai. E allora l'unione fa la forza. 'unione di tante teste e di tanti cuori. Lontani. Diversi. Di mille colori. Che grande cosa.




21 marzo 2012

La capacità di solitudine

è ovvio che io sia molto stressata in questo momento, che ci sono dei pensieri talmente ingombranti nella mia testa che faccio fatica  ad ignorarli, nonostante non abbiano granchè soluzione e lasciarli da parte sia l'unico modo per andare avanti. E quindi non so se sia per quello, o se invece è solo che la misura è colma. Mi chiedevo qualche sera fa, come funziona? C'è un limite entro il quale noi, il nostro cuore, il nostro fisico, la nostra testa, siamo disposti  a tollerare? Una capacità? Che poi a un certo punto raggiungi la misura e basta, da lì in avanti non se ne può più. Perchè io mi ci sento un pò così. Un pò come una che quel limite l'ha raggiunta e allora ha una capacità di tolleranza che è molto molto più bassa. Più bassa di quello che dovrebbe essere. Più bassa del necessario.
La mia capacità di solitudine ha raggiunto il limite. Ecco.
Crescere dei figli da soli è sfiancante. Non credete a chi vi racconta quanto entusiasmante sia avere i propri figli tutti per sè, perchè NON E' VERO. E' favoloso passare DEL tempo da soli con i propri figli. Quando hai del tempo in cui non sei solo. Quando hai del tempo in cui puoi recuperare energia. Quando sai che a un certo punto potrai dire "non ce la faccio" e qualcun altro arriverà a sostituirti. Quando potrai decidere di farti una doccia o semplicemente la pipì da sola. Quando potrai avere mal di testa, o la febbre, o una giornata storta. Ma se tu sei da sola, da sola davvero, non è bello. E' devastante. Perchè sei insostituibile. Perchè non c'è uno spazio per "un attimo, mamma non può, facciamo dopo, chiedilo a qualcun altro, sono in bagno" Tu devi esserci SEMPRE. Devi reggere a tutti i capricci, a tutte le urla e le lacrime, alle litigate, alla voce troppo alta, ai non mi va, agli ho bisogno. Devi coccolare quella con la febbre e tenerle la testa mentre vomita ma intanto pensare al'altro che fa i compiti e che si sente trascurato. Devi consolare nel cuore della notte e alzarti al primo suono della sveglia, e preparare la colazione, e i pranzi, e i vestiti, e non dimenticare nulla, perchè se non ci pensi tu non ci pensa nessun altro. E questo ti crea una sorta di nervo scoperto. perchè tutto quello che più desideri al mondo è una persona al tuo fianco. E' un tuo surrogato, un clone, un'alternativa, un sostegno.
E non te ne rendi conto subito. Perchè sei una che combatte, abituata a reggere nelle situazioni più difficili. Perchè non vuoi che i tuoi figli pensano che non li ami, non vuoi che si sentano difficili o faticosi. Perchè è così, e tu devi farcela.
Poi arriva la sera in cui non ti senti bene. In cui ti senti svenire  e spieghi a tuo figlio cosa fare se mamma si addormenta all'improvviso. E dopo quella volta ti accorgi che ogni tanto quella paura sottile di sentirti male quando sei sola con loro ti corre lungo la schiena, e ti fa sentire un pò meno forte, un pò meno sicura. E tu inizi ad essere più stanca, e poi ti accorgi che sei più nervosa. Ma tieni botta.
Poi la vita cambia. E oggi non sono più sola. E i figli sono miei, e la mamma è sempre la mamma, ma un appoggio ora ce l'ho. Non sono l'unica sopra i 120 cm ora.
E allora? Tutto risolto?
Ecco no. E' questa la parte strana, qui io mi interrogo sulla capacità. Perchè capita che Lui arrivi tardi, o che esca con i suoi amici, ancora rarissime volte. E quando tre mesi fa è venuto a vivere con noi io mi sono chiesta se non avrei sentito la mancanza del mio tempo da sola con i miei figli. Ma invece no. Invece succede che in quei momenti io di nuovo sprofondo nel nervosismo non al primissimo ma al terzo quarto momento di crisi si.. il fatto è che non sopporto più stare da sola. Mi sono resa conto che mi viene l'ansia, che mi sembra di non farcela, di non essere all'altezza. mi sembra di non poter più garantire ai miei figli una mamma comprensiva e paziente, ma invece offro solo una gallina isterica.
E' vero, chi condivide la mia vita, Lui e amici, non fanno che lodare la mia pazienza e la mia capacità di gestire tutto e bene. Lui non fa che ripetere ai miei figli che mamma eccezionale hanno. Ma io non la vedo. Spesso no. E mi chiedo se c'è un modo per recuperare. Per ricreare spazio sotto quella soglia. Se è solo un momento. Se è solo stanchezza.
Perchè poi si sa, chi va con lo zoppo impara a zoppicare. E i nani te lo insegnano, che un sorriso, un ti voglio bene e cinque minuti a tutto volume sono come un colpo di spugna, e si riazzera tutto. E tu ti chiedi come hai potuto pensarlo, di non reggerli, di volerli zitti e dormienti. Almeno fino al prossimo capriccio...




19 marzo 2012

#freeitalians #shatteredchains

Oggi è il blogging day per tutti gli italiani sequestrati. Per ricordarci i loro nomi. Per non dimenticarli.
Ho già scritto, in occasione del  blogging day per Rossella Urru , quanto coraggio credo abbiano quelle persone che decidono di partire per andare a portare il loro aiuto in posti del mondo spesso dimenticati dai più. E oggi lo ribadisco. Partecipando a questa iniziativa promossa da Sabrina Ancarola, I viaggi di Maya e Owl-cuor di carciofo.



Questi sono gli italiani che da mesi sono scomparsi in mano a rapitori, qua e là nel mondo.  
Liberitutti

 
1) Rossella Urru, sequestrata nella notte tra il 22 e 23 febbraio 2011 mentre prestava servizio in un campo profughi nel sud dell’Algeria

http://www.rossellaurru.it/

2) Maria Sandra Mariani, scomparsa il 2 febbraio 2011 durante un’escursione nel Sahara algerino.

 https://www.facebook.com/groups/312056538849738/

3) Giovanni Lo Porto, ha 38 anni, siciliano, lavora per una ong tedesca. E’ stato rapito in Pakistan il 19 gennaio scorso.

http://www.palermotoday.it/cronaca/volontario-palermitano-rapito-pakistan-appello-famiglia.html

4) Enrico Musumeci, 55 anni di Mascali (CT) Comandante della petroliera ‘Enrico Ievoli’, catturata al largo delle coste dell’Oman;
5) Valentino Longo, 29 anni, messinese, imbarcato sulla ‘Enrico Ievoli’
6) Letterio La Maestra, di 33, messinese, imbarcato sulla ‘Enrico Ievoli’
7) Daniele Grasso, catanese, imbarcato sulla ‘Enrico Ievoli’
8) Carmelo Sortino, Pozzallo (Rg) imbarcato sulla ‘Enrico Ievoli’
9) Francesco Bacchiani, Molfetta (Ba) imbarcato sulla ‘Enrico Ievoli’

http://www.repubblica.it/esteri/2011/12/27/news/sequestrata_petroliera_italiana-27255029/

10) Paolo Bosusco, piemontese, turista, sequestrato in India.
11) Claudio Colangelopiemontese, turista, sequestrato in India.

http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/446915/


*** Franco Lamolinara, questo Blogging Day è anche per te. Scomparso nel nord ovest della Nigeria il 12 maggio 2011, aveva 47 anni. Si trovava nel paese africano per lavoro. Impiegato come tecnico per la società Stabilini Visinoni Limited, era impegnato nella costruzione di un edificio della Banca centrale a Birnin Kebbi. E’ stato brutalmente assassinato l’8 marzo a seguito di una incursione dei servizi speciali Inglesi in una operazione congiunta con le forze Nigeriane



15 marzo 2012

Questione di stile


Non sono una snob. MA. Si, amo la moda, sono una fashion addicted e difficilemente non cedo alla tendenza del momento. Si sono cresciuta in una famiglia di buon gusto, (nobile ma semplice), naif e divertente, ma di classe. Si, mi piacciono le cose belle. E amo vestire i miei figli bene. Non spendendo un pacco di soldi per marche all'ultimo grido ma cerco belle cose, anche tra i banconi dei negozi low cost spesso. Rifuggo la moda dozzinale e preferisco negozietti francesi o capi un pò più carini. E ci tengo. Intendiamoci, se lei vuole la mollettina di Hello kitty gliela metto senza problemi, non sono contraria per principio alle cose tipiche da femminuccia e da maschietto, ma con buon gusto, ecco. Con gli scaldamuscoli ci va a danza, non certo a scuola. E invece il padre. Che posso dirvi? Lui e la sua famiglia direi che ho scoperto non avere un gran gusto. Finchè erano giacca e cravatta non me ne ero resa ytroppo conto. Ma con i bambini, con la separazione e la necessità che lì si prendano delle iniziative. Ecco.  Di solito data la bassa capacità organizzativa sono io che a inizio stagione compro il guardaroba completo e poi lo divido tra casa mia e casa sua. Ma nonostante questo, la capacità di creare accostamenti azzardati è davvero notevole e mi stupisce ogni volta. Così, io che mando a scuola una bambina con ballerine, pantaloni  a sigaretta, camicetta a fiorellini e giacchetta tirolese il martedì mattina me la ritrovo il giovedì con jeans del fratello, maglietta viola con pupazza giapponese e maglione rosso del fratello anche quello. Per carità non ci formalizziamo. nonostante una volta mio figlio sia andato  a scuola in pigiama. O con indosso i pantaloni del pigiama della sorella scambiati per boxer. Non siamo rigidi. Ma c'è un limite...no? Quello oltre il quale io divento una femminuccia che ci tiene ad avere dei figlietti ben vestiti e se li vede in tenute azzardate quasi farebbe finta che, ah no, non sono i miei. Ok ho esagerato. Ma per esempio. Lo scorso inverno ho dovuto spiegare al mio ex marito che la scamiciatina scozzese che gli avevo dato era rossa e quello scaldacuore che lui aveva comprato apposta per abbinarlo era prugna rosato, non proprio un accostamento brillante, ecco. E voi lo sapete quanto io sia malata, è vero. Ma secondo me qui anche una persona sana. Con Edo è diverso, sul maschio è più difficile lanciarsi in voli naif, ma su di lei...Ecco l'altra sera sono stata a comprarle dei jeans nuovi. E le ho preso quelli a sigaretta scuri che hanno il filo della tasca rifinito con una stoffa a righine, e il cerchietto uguale. E la camicetta quadrettata bianca e rossa con la manica 3/4....e poi lei è tornata a casa con un maglietta nera con sopra un micetto glitterato e pieno di pajettes...si, quei micetti lì, quelli che hanno anche invaso la rete, per intenderci. potete immaginare come stiano bene con la giacchetta di felpa blu col bordino bianco che ho adocchiato l'altra sera, no?? O.o


Sono un pò stronza?? Come direbbe la grande @spora (e i twitteri capiranno) "sono figa non posso essere anche buona" ...ahahha :DDDD


14 marzo 2012

Una stanza tutta per sè


L'ho già detto che sono come una gatta no? C'ho l'animo felino (grrrrrrr)...il fatto è che io amo stare da sola. e sembra olè che figata ma in realtà anche no. Perchè poi arrivo a saturazione se da sola non ci sto e divento un pò come una gatta furastica che soffia a chi le si avvicina. E io sono felicissima di avere Lui con me, in quelle piccole quattro mura, tra le mie cose, i miei bambini, la mia vita. Davvero. Perchè la sera che esce e io entro nel letto da sola hai voglia ad allungare i piedi ma Lui non c'è e beh si, mi manca. Però poi anche no. Anche vorrei urlare e sbattere tutti fuori perchè io ho bisogno del MIO spazio. Che è ormai ridotto ai minimissimi termini (potete immaginare con due nani e che nani, che manco più la pipì faccio da sola e per fortuna che sono separata) ma anche minimo è MIO, dominio assoluto della mia persona, spazio privatissimo, inaccessibile ai più. Ecco. A quello io mi sono abituata alla velocità della luce, perchè è per me come l'ossigeno. E appena separata i week end e le serate da sola senza bimbi erano per me linfa vitale (si chissenefrega sarò una madre degenere..). I minuti davanti con la possibilità di fare ciò che vuoi. Un libro sul comodino. Un post da scrivere. Una macchinetta fotografica da inforcare per scattare all'infinito e poi scaricare sul computer e guardare e riguardare. La musica. Un bagno caldo. Un massaggio. La mia serie tv preferita. Un foglio bianco e matite colorate. Il numero di telefono della mia più cara amica che vive troppo lontano perchè io possa averla ogni volta che vorrei. Una passeggiata in centro in primavera. Un lavoro da scrivere convogliando mille pensieri con l'aiuto di una buona colonna sonora. Una sdraio aperta al tiepido sole. Il mio giardino piccolo piccolo e qualche bulbo di tulipano. Qualche soldo in tasca per un pò di buono shopping. Un pomeriggio lobotomizzata davanti a little big planet. Buttarmi sul letto perchè ho sonno e chissenefrega se sono le sei di pomeriggio. Una passeggiata in riva al mare con la musica e basta. Il solo rumore dei miei pensieri. La manicure homemade. Tutto questo. E anche altro. Che potrei riassumere nella solitudine e le sue gioie. Perchè io credo che ognuno di noi dovrebbe avere la sua solitudine. La grandiosa Virginia Woolf scrisse "una donna deve avere soldi e una stanza tutta per sé per poter scrivere" (Una stanza tutta per sè). Io dico che una donna deve avere del tempo tutto per sè. e non solo una donna poi. E questo non lo so se mi rende una persona difficile. Una che fa fatica a stare in coppia. Una che forse farebbe meglio a fare l'eterna fidanzatina. Me lo chiedo. Perchè il fatto è che questo mio bisogno di spazio a volte viene mal interpretato...e io sembro un pò stronza. Poi certo, divento un pò acida se lo spazio non ce l'ho, un pò claustrofobica. Direi idrofoba. Occhei divento insopportabile, c'avete ragione. Ma io lo sapete che sono irrequieta. E non lo faccio con cattiveria. E Lui è la mia anima gemella. e io me lo tengo stretto stretto. Ma un pochino, ogni tanto, gli chiedo se un giretto se lo fa. E Lui capisce, credo.

9 marzo 2012

troppe scarpe e una psicologa

by bijouandboheme.blogspot.com

E vabbè...tanto ormai di confessioni ve ne ho fatte tante, e vi faccio pure questa: IO AMO FOLLEMENTE LE SCARPE. che nella mia mania di abbinare tutto è ovvio che ci finiscono pure loro, no? Ma non è solo quello. E' che proprio io per le scarpe... Ho pensato che fosse perchè è l'unica parte del mio copro che non subisce grandi variazioni di taglia, dimensione e umore. Cioè i piedi sono quelli, stanno lì, piuttosto stabili. che da bambina ero già un pò feticista dei piedi, ma al contrario. io proprio non li potevo guardare. Obbligavo chiunque a nasconderli perchè no ti prego qualunque cosa ma i piedi proprio proprio no. poi sono cresciuta e comunque il mio primo paio di sandali l'ho comprato al liceo, e il commesso mi ha detto che avevo dei bei piedi e io quasi quasi gli salto al collo e me lo sposo dopo aver creduto che avesse circa 10/10 di miopia ma poi alla fine gli ho creduto. e oggi sfoggio i miei piedi con nonchalance e un pò anzi di fierezza. E li metto pure su Instagram, tiè. Questo ovviamente perchè ho anche delle degne scarpe. Degne in senso di modello, colore, materiale, altezza tacco, altezza scarpe, ovviamente in linea con la moda del momento. Se vi ricordate le mie manie potete immaginare...Cioè voi pensate un numero. Ecco. Ora sono in un momento di grande povertà e devo attenermi ad acquisti in momenti di saldi e offerte MA attualmente credo di avere almeno 20 ahem 30 paia di sandali. Intendo in uso. E l'estate deve ancora arrivare. quindi parliamo della vecchia stagione, quella dell'anno scorso. A mia discolpa devo dire che io accumulo. Cioè tengo le scarpe in un modo che voi umani...tipo che gli stivali vengono spolverati prima di essere rimessi nella loro scatola con dentro carta e cartone per tenerli in forma ogni sera. E a fine stagione si rifanno i tacchi... e quindi, tanti anni fa, quando ancora ero una giovane e innocente ragazzetta mia madre venne da me : cecilia, non è possibile, tu hai 40 paia di scarpe, io le ho contate. Basta, ti mando dalla psicologa.
All'epoca no, ma poi nella mia vita dalla psicologa ci sono anche andata.
Inutile dirvi che non sono guarita, ma che volete farci? Sono fatta così ;)

PS Ora conoscete anche un altro mio desiderio. Ovviamente l'armadio di Carrie Bradshow. Banale eh?

8 marzo 2012

e se una femmina sarà si chiamerà FUTURA


Oggi è l'8 marzo, e, a parte il mare di scontati commenti positivi o negativi e le banalità che si possano dire su questa festa, che poi è una commemorazione, la verità è che la donna VA CELEBRATA. Come senz'altro anche l'uomo. Ma la differenza sta nel fatto che l'uomo ha alle spalle anni e anni di celebrazione, della sua superiorità, del suo status, della sua forza. La donna no. La donna è forse tra i due sessi l'essere più temuto, da sempre. Lo è stato per religioni e credenze popolari, il male.. perchè? Non è questa la sede per instaurare una discussione di tale portata, ma io voglio dirvi cosa è una donna, e perchè quest'essere così ricco e complesso vada celebrato.
Perchè una donna ha forza, quella nei secoli di rimanere in silenzio, in secondo piano, trattata come un essere inferiore, lavorando nell'ombra. Quella di dare alla luce un figlio dopo che questo ha abitato nel suo corpo per nove mesi, vivendo della sua energia, dei suoi spazi, del suo ossigeno. Quella di sopportare il carico di quella vita, per sempre. Di portare in sè la preoccupazione, la responsabilità e l'amore per l'unico essere vivente che varrebbe più della stessa vita. Quella di accudire. Quella di vivere oggi in questo mondo, ancora maschile, ancora difficile. Di dover dimostrare che anche se sei donna, hai delle qualità, sei in gamba, sei affidabile. Di sopportare che ti si chieda di essere maschile, che forse per debolezza l'hai pensata anche tu come soluzione, quella di diventare come un uomo, per vivere più facilmente. Quella di rialzarsi, spesso. Quella di rinascere. Di lottare, per se stessa e per la propria famiglia.
La donna E' un essere meraviglioso, che va celebrato, sempre.
E io credo e spero che noi donne sappiamo riconoscercela questa grandezza, veramente. Smettendo di chiedere parità sotto forma di uguaglianza. Riconoscendo e celebrando la differenza che esiste tra un uomo e una donna. Perchè in quella è la complementarietà, e lì è l'unica via di rispetto e condivisione. Smettendo di giocare a femmine contro maschi, per posizioni sempre troppo estreme siano esse di condivisione o di netto contrasto di uno status.
Ho due figli, un maschio e una femmina. E il mio maggiore sforzo di madre è quello di far crescere in ognuno di loro la consapevolezza dei propri punti di forza e dei propri difetti, come uomo e come donna, nel rispetto di ogni loro caratteristica, senza necessariamente legarla ad un sesso o all'altro.
Buon 8 marzo, quindi, ad ogni donna e ad ogni uomo che ne sa rispettare la natura e l'essenza.


6 marzo 2012

NEVER QUIET

BISOGNA AVERE IL CAOS DENTRO DI SE'
PER GENERARE UNA STELLA DANZANTE
-F. Nietzsche-

Eccomi, sono io. L'incarnazione dell'irrequietezza. Quella che si rompe le palle ogni due per tre. Che non ha pace. Che deve pensare a cosa viene dopo ancora prima che l'adesso sia finito. Quella del tutto e subito, così poi inizio una cosa NUOVA. Perchè chi si ferma è perduto. Mai fermarsi, MAI.
Non so PERCHE'. Non so DA DOVE parta questo mio stato d'animo. Perenne. In effetti non è neanche uno stato d'animo, è più uno status quo. Un marchio di fabbrica. A volte una maledizione. Spesso un motore che fa sì che io vada avanti, sempre. Non sono una delle opere incompiute io, affatto. Io arrivo fino in fondo. Però poi devo trovare qualcos'altro. Sono quella del "What next?". In effetti è come se non mi gustassi veramente la conquista. quel momento in cui  quella cosa che hai voluto tanto ce l'hai lì, e te la godi. No, io a quel punto ne cerco un'altra. Magari ancora più difficile, più ambiziosa. Maccheneso.
Sono stufarella? forse. Iperattiva, senzaltro. non trovo pace. mi devo preoccupare?
A volte. a volte mi capita di guardarmi intorno e di sentire un moto che parte dalla pancia e che mi spingerebbe altrove. allora lo indirizzo, cerco qualcosa da fare. Una piccola rivoluzione. Stravolgo lo spazio di una stanza e metto tutto in ordine. Esco e vado a comprarmi qualcosa di nuovo. Mi siedo e inizio a schematizzare nuovi progetti. Oppure sogno. E questo mi dà benzina. Carica per andare avanti.
Poi mi dico che non ne posso più e imploro un attimo di calma. Poi però mi piacciono i posti caldi, sicuri, un pò come tornare a casa. Mi piacciono gli abbracci stretti stretti. I visi amici. Le parole calde. Se sono giù ho voglia di accoccolarmi nel respiro di qualcuno che mi dica che andrà tutto bene. Al solito insomma.
Bianco e nero. Tutto e niente. Mille facce. Tutto sommato credo di essere un pò come una gatta. Che ama stare da sola. E fare da sola. Che è frenetica, e rapida. Ma anche che cerca l'angolino caldo da condividere. Quando dice lei. Con CHI dice lei.
Quindi non lo so. Questo post mi sembra un pò inconcludente, che forse non si può concludere. O forse è frutto di uno dei miei ennesimi sbalzi di umore, di queste settimane che vorticano peggio di un frullatore e io mi ci perdo...chissà.
Come al solito...lo sapete che qualche rotella è sfuggita , ma voi non fateci troppo caso ;)

5 marzo 2012

si dice che ogni casa c'ha un'anima...e questa mi sa che è un pò stronza

E' che questa casa io l'ho amata fin da subito. e'stato proprio amore a prima vista. Era così, un pò tra Biancaneve e Hansel e Gretel, col camino,

 il giardinetto,


 l'ingresso autonomo,

 ma a Roma.
E così l'abbiamo comprata (cioè la sto comprando tuttora e per i prossimi 20 anni a venire ma vabbè, non formalizziamoci). E continuo ad esserne innamorata. e tutti la adorano perchè ha proprio quest'aria di casetta dei sogni, nido romantico, due cuori e una capanna...MA lei è una succhia soldi. MA lei ha uno spazio sottostante, che è un garage, e che ecco, diciamocelo ci ha l'anima stronza. Ma stronza eh...perchè da che io abito qui quello del garage di sotto è un testa di cazzo, e la cosa grave è che non è sempre lo stesso. Quindi la stronzaggine se la tramandano, più o meno sotto il mio culo, e non in senso metaforico. Così questo favoloso week end è cominciato così:
-sabato, ore 8, rumore di motosega in sottofondo.
conversazione fuori campo:
A: ha chiesto l'autorizzazione per tagliare quell'albero? Ha fatto la denuncia al comune?
B: sisi.....
A. guardi che quell'albero stava lì da 30 anni, ce 'ho piantato io! Mica lo può buttare giù così!
B: sisi...
A: quello è del condominio, non può fare come le pare, avvocà!
B: sisi...
A: sisi un cazzo!!
B: stia attento...
A: attento a che? stia attento? stia attento lei!
e poi un crescendo...
arrivo di sirene, polizia municipale, vocio.
Nel frattempo nella mia casa dei sogni erano arrivati:
mio padre, architetto e suo impresario edile di fiducia
mio ex marito, comproprietario della suddetta amata casa dei sogni
mio avvocato
tutto perchè lo stronzo di sotto (avvocato) mi ha mandato un raccomandata xkè la facciata è rovinata e forse dipende dal mio terrazzo. Non è che lui mi chiama, mi dice che ha una perdita e che forse dipende ad me, che si può fare eccetera eccetera, cose da gente normale insomma. Lui mi manda una raccomandata. Poi fracassa le palle all'amministratrice. E a me questo già m'ha rotto parecchio.
Comunque per dirvi, che lui ha abbattuto un'acacia alta 4 metri perchè così gli girava e il condomino A lo ha denunciato. Poi uno dice...
Il proprietario precedente mi ha fatto stare per 3 mesi con un buco sul tetto perchè faceva ostracismo ai lavori sul tetto. E io ero incinta all'8 mese , e il buco era nella camera dei nani. Fatto causa, vinta, mi deve tipo 4000 euro.
Mi sa che a 'sta cosa dell'anima di ogni casa ci credo...e quella del garage deve essere parecchio stronza ceh se nn sono un pò bastardi rompicoglioni non ce li vogliamo eh... vi farò sapere. Intanto sabato non l'ho mandato a quel paese, e questo mi è sembrato un valido risultato.




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