29 ottobre 2012

oggi no

e ci sarebbe un mondo da scrivere.
in una giornata finalmente fredda, ma col sole che ogni tanto arriva improvviso con raggi luminosi e caldi.
Con i pensieri aggrovigliati, i sorrisi nascosti non sai più dove, le lacrime che pizzicano in gola ma che non hanno tempo e spazio per salire su.
Un peso sul petto che ogni tanto ti accorgi che è ancora li', e non c'è fiore di Bach che tenga.
Il sonno che ti manca e sembra rimanere lì, tra occhi e narici.
Che è la testa che non sa riposarsi.
Un bacio non dato, che sa di qualcosa che non è più tanto sicuro si aggiusterà.
L'immagine di quegli occhi vispi e attenti.
Che chiedono domande inquisitorie a cui non sai e non vuoi rispondere.
cosa succede- va tutto bene -cosa vuol dire -perchè
Quelle frasi irrisolte e non finite che restano lì, a mezz'aria, a cercare un posto
Un dove
Un come
E ti sei abituata a vivere senza certezze, credi
A non fare programmi
A lasciar sedimentare
Ma oggi
forse oggi no



23 ottobre 2012

#choosy a chi??

Non potevo esimermi dal fare un commento.
Ne farei uno lapidario se potessi, come molti hanno già fatto in rete, ma invece voglio spiegare.
Che è facile dire che i giovani sono schizzinosi. Che le aule universitarie sono piene. Che si laureano tutti e poi nessuno va a lavorare, Che per fortuna che ci sono gli extracomunitari che lavorano perchè gli italiani certi lavori non li fanno.
E' facile.
Non è del tutto falso, siamo onesti.
Perchè io all'Università ci "lavoro" (e uso le virgolette perchè di fatto se ti pagano 6 mesi su 12 e ti pagano meno di una commessa, senza INPS, ferie, permessi etc non so se si chiama lavoro, ma diciamo di si). E ci sono tanti ragazzi che studiano e non dovrebbero. Perchè dovrebbero fare altro. Tanti. Vengono da regioni in cui per tradizione e per possibilità non c'è modo di andare a lavorare subito dopo il liceo o l'istituto tecnico. E allora li spediscono a studiare. A Roma. La metà + 1 dovrebbero andare a lavorare. lo so.
MA non ci sono solo loro.
Ci sono tante persone, anche meno giovani, che hanno una formazione con i controcoglioni e il lavoro non ce l'hanno. Che vengono sfruttati. Che lavorano molto al di sotto delle loro possibilità.
Non sono i neolaureati viziati di cui parla la ministra dei miei stivali. Sono persone adulte, padri e madri di famiglia, che in questo momento della loro vita e della loro carriera dovrebbero raccogliere dei frutti. Quelli su cui lo stato ha investito e che ora dovrebbero ripagare in produttività. Quelli che uno ogni tanto va all'estero e se ne fa un caso nazionale, e io ogni volta non capisco come si possa stuprirsi di uno che va all'estero quando il vero stupore è nei confronti di chi potendo andare invece resta.
Ecco per quelli varrebbe la pena ricordarsi cosa dice l'art. 4 della Costituzione Italiana (La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.. )

E ricordarsi che il ministro Fornero dovrebbe garantire quel diritto a tutti, non solo a quelli a cui è facile fare una lavata di testa ogni tanto.




22 ottobre 2012

I GENITORI NON LI SCEGLI, CAPITANO



Oggi Edo compie 7 anni SETTE.
Non sono mica più così pochi eh. Cioè lui è un piccolo pensante, esprimente, dialogante. E ti pone di fronte a questioni che ti stende. E non è che puoi sempre fare la vaga, anzi praticamente mai. Perchè alza quel sopracciglio lì, e mette su quel sorriso furbetto, l'occhio vispo. E sta lì. Chiede. Pretende. Esprime.
E poi pare che sia intelligente parecchio, mi hanno detto così, che io ho solo lui di maschio 7enne dentro acsa, che ne so come sono gli altri?
E allora ieri sera mi parlava...
e mi ha detto con tanta naturalezza quali sono i problemi con il suo papà. Che a lui sembra sempre che il papà gli manchi e che vorrebbe stare con lui, poi però quando ci sta si annoia un pò perchè "stiamo tanto dentro casa, come se coi fosse una guerra" E però lui si vergogna un pò a dirlo al suo papà, che ha paura che ci rimanga male.
E così io mi sono presa tutte le sue confidenze, e poi ho pensato. A come poter aggiustare questa cosa.
A come avrei potuto suggerire al mio ex di inventare un modo per stare con i suoi figli. Per l'ennesima volta. A come avrei potuto trovare una spiegazione per Edo. A come suggerirgli di parlare col papà. A come far si che lui non resti deluso.
E poi ho capito che NON POSSO.
Che i genitori non si scelgono. E ce ne sono di migliori e di peggiori. E che i figli imparano. Conoscono. Riconoscono. E amano ugualmente. Superano i limiti dei loro genitori e diventano adulti, nonostante tutto.
E che salvare i propri figli da sofferenze, delusioni e dolori non è la cosa giusta.
Perchè la cosa giusta è stare loro accanto mentre si scontrano con la vita, che capita a volte, non sempre si sceglie.




16 ottobre 2012

CIAO


Succede che tua madre abbia una migliore amica, la compagna di banco, quella storica.
Succede che quelle due amiche sposino un uomo con lo stesso nome, con la stessa barba. F.
Succede che le due amiche abbiano i figli nello stesso momento.
Succede che quei bambini passino tanto tempo insieme, le vacanze, i capodanni qualche volta, serate, pomeriggi.
Succede che le due bambine, C e R, una più grande e una più piccola, crescano insieme, volendosi bene, diventando amiche.
Succede che quelle bambine facciano insieme qualche cazzata da adolescente, e si ritrovino sotto il fuoco incrociato dei genitori.
Ma poi succede che quelle due bambine passino intere serate a ridere, su un'altalena, in riva al mare, davanti ad uno specchio.
Succede che quelle due bambine diventino due donne, tenaci, testarde, e col cuore grande.
E succede che la vita le tenga meno vicine, meno ricche di serate, pomeriggi e vacanze. Che capitino delusioni e dolori, ma anche gioie e nuove avventure, e loro si ritrovino di fronte a un caffè, o tra le urla di bambini in un museo, e sentano sempre di essere vicine.
Succede che la vita le porti anche lontano, che R si ritrovi quasi dall'altra parte del mondo, ma poi nella sua pancia arrivi un microbo che potrebbe nascere proprio lo stesso giorno di C. Ed è una strana coincidenza, che un pò ti commuove.
Intanto succede che le due mamme siano sempre legate, due donne tutte d'un pezzo, due donne forti, due donne coraggiose, loro e i loro mariti F, ancora con vacanze, serate, la casetta in campagna, i nipoti, e la vita che scorre.
E succede che quella vita diventi più difficile, per qualcuno più che per qualcun altro. Eppure succede che resti quell'alone di sorrisi, di forza, di serenità. Di quelli che entri in una stanza e li vedi. Che sai di essere fortunata ad averla respirata quell'aria. Ad averci camminato. Che di persone speciali ce ne sono. E tu le hai avute lì. Come se ci fosse tra voi un sangue, anche se invece non c'è, che quelle donne si sono trovate, non capitate.
Succede che tu non possa mollare tutto adesso e correre lì, solo per essere presente. Per asciugare lacrime. Per abbracciare. Per stringere.
Succede che tu non possa farlo perchè quei 3/4 che restano ora debbano avere il loro spazio, per lasciar andare. Salutare.


E allora tu, la bambina C, scrivi un post sul tuo blog.
Per la tua amica R, per la sua mamma A, per il tuo amico M.
per dire con loro CIAO F.









14 ottobre 2012

Scompensi in fase semiseria e non

Questo é un post ormonalmente scorretto. Che nonostante io sia nella mia camicia da notte di seta nera, dopo una doccia bollente al mio profumo preferito, sul divano a guardare la mia serie tv del cuore e i nani stiano per dormire...io mi sento un cesso.
Si perché i miei ormoni sono impazziti, sono scompensati. Questa deve essere la causa. In parte. Cioè ho la faccia pallida e rovinata. Sono gonfia come un pallone, ho acquistato una taglia di tette e due dei sei chili che avevo perso quest'estate solo respirando. Cioè, anche mangiando qualche dolcetto serale visto che sembro una diabetica in crisi ipoglicemia più o meno tutte le sere. Ho i capelli nella fase della Madonna addolorata, insopportabili. A rischio vado dal parrucchiere ed esco col frangettone della carrá molto elevato. È arrivata la mezza stagione e io non so mai mai cosa mettermi, sono stufa dei vestiti estivi e ho tutti quelli invernali in scatoloni in vari punti irraggiungibili della mia minuscola casa. Ciononostante lui mi ha riempita di cose nuove e io lo amo anche per questo ma ora non so come potrei mettermi una giacca di lana cotta o un cardigan con gli alamari e quindi prevale il senso del cosa cazzo mi metto e dove cazzo metto ora tutte queste cose.Sto iniziando a togliere i tacchi, e questo ovvio mi fa sentire un cesso.
Insomma, il quadro e chiaro, no?
Aggiungerei che IO sono in riserva. Perché sono di nuovo da parte, non ho spazio. E questo mi fa impazzire. Mi fa solo desiderare di uscire dalla porta e andarmene da qualche parte da sola, nonostante mi senta un cesso. Si c'è Lui con me ,e io lo adoro. MA Lui non è il padre dei miei figli. É un uomo adulto c'è è stato catapultato nella vita familiare con due bambini piccoli e a volte difficili che non ha educato lui, che non educa lui e con cui ancora non sa perfettamente come relazionarsi. Il risultato? Fatica. Tanta. Per me, per lui, per loro.bisogna trovare un equilibrio, e ci vorrà tempo. E io so che lo troveremo. Ma intanto io vorrei scappare. Che lui fa fatica con loro e io vorrei che loro fossero diversi. E loro fanno fatica con Lui e io vorrei che Lui fosse diverso. E io nel mezzo. Ed e faticoso. Desiderare il bene di tutti e nel farlo dover scegliere il non bene di qualcuno è faticoso. Che se capisco lui lascio che loro soffrano e se capisco loro lascio che Lui soffra. E io mi sento soffocare. E cosi Lui decide di stare in disparte, e passa mezzore sul divano isolato. e io mi sento di nuovo sola. Perché poi il mio ex marito che lavora così tanto da non poter pensare ai suoi figli e ha anche cambiato lavoro per avere più tempo poi invece ha ridotto i giorni con loro. E così io ho meno tempo. Io e Lui ne abbiamo meno. E ora ce ne servirebbe tanto. E i miei figli soffrono. E pensano che io non li voglia far stare dal padre. Ed é un bel casino. E io mi sento di nuovo incastrata nel tentativo folle di far quadrare il cerchio.
E non sto più dietro a tutto. Ho l'hard disk pieno e la RAM insufficiente, ci vorrebbe un'espansione.
E allora,
Lasciate un messaggio dopo il bip.
BIP

9 ottobre 2012

Merendine e dintorni

E quindi sabato ho partecipato ad un evento organizzato da The Talking Village ed il sito merendine italiane.
Si parlava di merendine, ovvio.
Voi lo sapete, io sono una che ha un livello di capacità casalinga forse anche non così basso, ma la capacità di concretizzare in senso casalingo è pari a ZEROVIRGOLA. Io non ho il tempo. E onestamente neanche troppissimo la voglia eh, che cihoduecentoventimila cose da fare e figuratisemimettoacucinaremanicarettipulirelacasastirarelecamicie. Niente di nuovo.
Motivo per cui durante tutta la survey (che figo mi fa usare questi termini da donna in carriera e scusate se qui e lì ne butto qualcuno che fa molto più chic di dirvi cose come autoclavare,clonare,tesidilaurea...ahem) io avevo fisso in mente questo:
o meglio le scene precedenti in cui una madre superimpegnata per non mandare la figlia a scuola senza dolcetto homemade tenta di far passare una torta confezionata per fatta in casa cercando il punto giusto di sbriciolamento e bruttezza della superficie con un mattarello in mano.
no perchè le FAVOLOSE mamme blogger che avevo intorno ( e quanto è stato bello incontrarle dopo averle conosciute e adorate solo virtualmente ? parliamone) parlavano con nonchalance di ciambelloni, crostate, muffin e brownies...e io...vabbè.
Insomma, ero sicura che sarei stata quella che: eccomi si, io uso le merendine, evviva le merendine!!
E INVECE.
Il briefing (tsè tsè) è stato molto interessante, perchè è uscito fuori che la merenda è importante ma non sempre si hanno le idee così chiare sul come farla, quanto spesso, con quali cibi, cosa è più pratico and so on.
Poi c'è stato il brainstorming (eeh?!?! ;)) che come ha appena imparato Edo a scuola è al tempesta di idee...e lì oltre che di idee c'è stata un pò di maretta...sì che ci sono donne cazzutissime lì in mezzo eh. Prendi mammachetesta per dirne una. Che dicono che lei è una rompiscatole, ma invece. Mi sa che io sono molto peggio.
Perchè di idee intelligenti ne sono uscite parecchie da noi mamme ( e non sto qui a dirvele che poi rischio che Flavia di TTV mi uccide ;) e soprattutto la richiesta di informazioni chiare e attendibili.
E QUI CASCA L'ASINO.
Che Cecilia la biologa si è svegliata e, probabilmente senza cavar fuori un ragno dal buco che per la foga è quasi passata dalla parte del torto) si è ritrovata ad essere una che aveva parecchio da ridire.
E' che io ho capito che io non FACCIO la ricercatrice. io SONO una ricercatrice. Mi si rizzano i peli delle braccia (quando ce li ho ovvio il che è molto raro) quando assisto a superficialità medico-scientifica. E un pò lì é uscito fuori proprio questo, gira molta informazione un po' superficiale che ci porta troppo spesso a posizioni nette non così motivate... sono rimasta perplessa anche di alcuni interventi in loco a riguardo ma devo dire che il campione di supermamme blogger era d'eccellenza, tutte persone che cercano di andare a fondo e nel modo più corretto.
E quindi??
potremmo dire che:
la merendina non è il male. E io ne sono la prima convinta.
(MA non è neanche il bene, aggiungerei io)
Quindi, dal basso bassissimo della mia piccola posizione vi dico cosa penso io e cosa di buono ho preso da sabato:
Che la merenda è u pasto importante e non va saltata, anzi se ne devono fare due: una a metà mattina e una a metà pomeriggio.
Che è importante un'alimentazione varia e nelle giuste quantità.
Che l'attività fisica è importante per tenere alto il metabolismo e non solo MA non è un sostituto di un'alimentazione giusta, che la overalimentazione è un problema reale nei bambini, non sottovalutiamolo.
E questo non vuol certo dire che diobbiamo creare deipiccoli anoressici bulimici che è l'altra faccia della medaglia, di tanto in tanto vedo madri che hanno già instillato il seme del disturbo alimentare in piccole future kate moss...poverinoi)
Che mangiare una merendina ogni tanto non fa male (perchè bisognerebbe mangiare tutto ogni tanto, compresa la frittura.meglio se con olio evo e non di palma ;)) ...perchè lo sapevate che l'olio di palam si usa moltissimo nella frittura di molti molti ristoranti???? )
ma mangiare tante merendine non va bene.
Che bisogna leggere le etichette, ed avere chiaro anche le etichette di quello che prepariamo noi, o compriamo dal fornaio.
Un pasto equilibrato deve contenere tutto : grassi, proteine, carboidrati, fibre. (questo l'ho aggiunto io) (che la dieta si intende varia non oggi un plum cake e domani una camilla, ovvio no??)
Vabbè...mi fermo
ne è uscito rafforzatissimo il mio desiderio di approfondire la nutrizione, che dopo il dottorato in endocrinologia e la specializzazione in patologia clinica non ci sta mica male, no? In fondo di notte non ho ancora tanti impegni ;)

NB E' possibile che da questo favoloso incontro possa nascere un canale informativo nuovo, con un'attiva partecipazione delle mamme blogger  e che possa fornire informazioni corrette e non di parte... stay tuned

Trovate la raccolta di tutti i post a riguardo (e ben più seri di questo ;P) qui:


PS non posso scrivere tutte le parole che ci vorrebbero per raccontare di nuovo che bellissimo incontrare loro:
ondaluna
mammajewel
laura
luciebasta
centopercentomamma
manuacrobata
barbara di oasidellemamme
e tante altre...
mi sa che ci scrivo un altro post apposta ;)



4 ottobre 2012

lettere nel cassetto


La premessa è: sono consapevole.
Di non essere del tutto normale.
Di avere dei grossi e profondi spazi di ansia, insana e folle.
Di possedere la spiccata tendenza alla mania del controllo.
Eppure, io mi preoccupo.
Di cosa potrei lasciare se.
Di chi.
Di come.
E così, anni fa, al momento di affrontare un lungo volo intercontinentale, io ho scritto una lettera.
Al mio piccolo E.
Perchè se fosse capitato qualcosa io non lo avrei lasciato in modo del tutto silenzioso.
Difficile racchiudere in una lettera, per lunga che sia, il senso della vita che vorresti trasmettere ad un figlio. 
Difficile dare il giusto peso a quel "sii felice" che in fondo è l'unico vero insegnamento che speri apprenderà da te. Sopra ogni altro. Contro qualunque pregiudizio, e schema, e formalismo.
Ma ci ho proivato.
E da allora ho continuato.


E così nel mio cassetto , ci sono ormai quattro lettere.
Una per E, il mio ometto.
Una per L, la mia piccola principessa.
Una per la mia mamma, perchè è lei che vorrei si curasse dei miei piccoli.
E una per Lui, che lo sa che è Lui, ma vorrei lo potesse sempre ricordare.
E chiamatemi folle, che poi lo so che lo sono, ma questo è. E a me piace così :)


2 ottobre 2012

Imprinting



Che siamo delle spugne, in fondo. Assorbiamo la vita che ci scorre intorno: abitudini, movimenti, pensieri. Impostazioni. Cosa è giusto e cosa no. Come. Quando. Perché.
E succede che la vita ti chieda un cambiamento. Per la sopravvivenza. Per la serenità. Che provi, insistentemente, a suggerirti che quello che hai assorbito forse per te non è così giusto. Che c’è altro. Un altrove. Un diversamente. Un possibile.
Lo annusi. Ti rende leggera. Ti ci tuffi.
Rifletti. Scavi. Rimugini.
Smonti. Metti tutto in fila.
Questo sì. Quello no.
Ricostruisci.
Un’altra possibilità.
Un’altra te. Più vera. Più giusta. Giusta per te.
Muovi passi incerti, eppure sei forte. Sei più nuda di prima ma ti senti meglio.
D’improvviso è come se quei tentativi che hai, promesse, accenni, pochi e fragili, contassero molto più di tutte quelle certezze che hai avuto addosso da sempre.
E lo sai che hai paura. Ma sai che andrà bene. Deve.
Perché sei tu. TU.

Poi. Arriva un giorno e ti ritrovi lì, di nuovo. Incastrata.
E c’è quel modo di cui sei intrisa che è di nuovo lì, appeso ai tuoi piedi come una zavorra.
E sapere dove ti trascinerà non basta. E’ un istinto, forza la mano, nasconde la tua essenza. Ne sei imbevuta fino al midollo, che è così che sei cresciuta.
E sei di nuovo in lotta. 
Che certi errori li conosci, ma per non caderci ci vuole cura. Quella di te.



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