25 luglio 2014

Una vita fa

Chissà come ti arrivano certi ricordi, nitidi, freschi. Che neanche sapevi di averli ancora. 
Un pomeriggio d'estate, di tanti anni fa, quando ancora c'era un -teen a classificarti. 
Una villa grande e libera, che mamma e papà sono in vacanza, e tanti amici. Festa in piscina. Gente che va e viene. 
L'amico di turno. Quello un pó dannato, delle lunghe chiacchierate in una nuvola di fumo, con una bottiglia di birra in mano. Io la solita corona con limone, che poi tanto rock non lo ero mica. Lui no, lui era quello coi capelli spettanti, il plettro sempre pronto, già tanti guai da raccontare e perle di filosofia da regalare. 
E quel giorno era la volta degli amici. Mette due o tre bottiglie di birra sul tavolo : vedi Cè? Nella vita gli amici sono come queste bottiglie, a momenti ci si incontra, ci si scontra, poi si prosegue e si resta soli, per poi incontrare qualcun altro.
Cazzate.
O forse no.
Che chissà perché stasera mi ritrovo a pensare a quelle parole, mentre divoro l'ultimo di Murakami che racconta della fine immotivata di una grande amicizia, e mi chiedo quand'è che alcune persone tanto vicine sono diventare incredibilmente distanti. 
Le mancate sorelle, quelle di una vita divisa. Delle dinamiche difficili a volte, ma delle catene forti e resistenti. E invece. 
Chissà che non avesse poi ragione lui, diciassettenne dannato di una vita fa. 

29 maggio 2014

Del perchè e del per come

Mi intestardisco, spesso. Nel tentativo di risanare forse qualche crepa che non è neanche troppo evidente.
Chissà.
Quel bisogno di aggiustare ogni cosa, di non mollare fino a che non è tutto in ordine.
Sto guarendo eh, mi impegno da tempo. Ma la strada è lunga e tortuosa, e il lupo si sa...
Così mi ritrovo a considerare.
Che do spazio a persone molto lontane da me, e mi affanno nel tentativo di conciliare, a volte, di trovare nicchie morbide, altre, in mezzo a tanti spigoli. In spazi stretti. Chissà perchè poi. Chissà per come.
Come se dovessi necessariamente starci in quello spazio così angusto, che mi si addice così poco.
Quando c'è tutto un mondo nuovo, fluido, avvolgente. Con persone dalle braccia larghe e aperte. Incasinate e colorate. Folli e rumorose. Che amo. Perchè di spigoli quasi quasi non ne hanno, o forse chissà, che siamo capaci di nasconderli, come i ricci, solo per stare più vicini. E mi piace. Che quando un posto ha pochi angoli poi ti ci adatti meglio, comunque tu sia.
E penso sempre a lei e a lui, quelli che stanno capendo che persone essere. Che devono imparare ad ascoltare, oltre il rumore di fondo, ciò che sono. Ci penso quando mi lancio senza troppi pensieri in discorsi e atteggiamenti poco quadrati, e mi sento bene, che voglio solo che loro imparino che gli spigoli in fondo servono a poco. E mi guardano con uno di quei sorrisi che fa diventare gli occhi piccoli.
E allora ci penso, che il perchè e il per come  non importano, perchè quello che importa è tutto lì.


8 aprile 2014

Saving Grace

I momenti di grazia sono quelli in cui ti accorgi di avere qualcosa di grande tra le dita. Qualcosa che non ti aspettavi, eppure è lì per te. Perchè te lo hanno regalato quattro occhi, che chiedono, pretendono. Perchè lo hai cercato così a lungo, senza neanche saperlo. Perchè è parte di te.
E' quel qualcosa in fondo a un percorso, che quando finalmente lo stringi capisci che è il posto che hai cercato per una vita. Con goffi tentativi di un'adolescente impacciata. Con lo sguardo impaurito di giovane donna. Con il piglio guerriero di una mamma. Con il desiderio profondo di dare sicurezza e forza a chi dipende da te.
C'è solo da respirare, finchè ce n'è, e andare.


25 marzo 2014

La pazienza

Lei mi insegna l'arte della pazienza. Lei più di chiunque altro. 
L'arte dell'attesa, quella per cui vale la pena, anche quando non lo penseresti.
Lo fa quando d'improvviso la guardo e mi accorgo che ha trovato il suo centro.
Dopo avermi stremata, prendendo molto più di quello che pensavo di poter dare. Disarmandomi ogni volta. Spingendo sempre una misura più in là. 
E così mi rendo conto di quanto prezioso sia poterla guardare mentre cresce, misurando ogni centimetro di sè e di me, dello spazio necessario affinché entrambe esistiamo, calibrando il suo passo, combattuta e impaurita. Con l'occhio sempre rivolto a me, con il repentino passaggio dalla sfida alla richiesta disarmata.
E' come tra lei, i pattini, il ghiaccio, e me. Può sembrare talmente fragile da meritare la più meticolosa attenzione. Ma poi, al momento giusto, è semplicemente la cosa più naturale, semplice, scivola quasi via. Come una farfalla dal suo bozzolo, ogni volta con colori nuovi, eppure sempre lei, che con tanta pazienza riprende a tessere un nuovo bozzolo.



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