14 maggio 2012

#soncose

Che poi uno latita, perchè viene rapito dalla vita. Non per forza bella, non per forza brutta. Semplicemente ti ritrovi ancora una volta a vivere a duecento all'ora, senza il tempo di un caffè sorseggiato con calma. E nei rari momenti di vuoto sei rapita da pensieri che ti trascini dietro come un'ombra mentre ancora corri tra le mille cose che hai lasciato di lato. Non importa se sei in un'altra città. Se quelle vie non sono tue e la routine dovrebbe esserne spezzata. Sei sempre in quel vortice di doveri, apparenza, sostanza. Tra volti conosciuti sempre meno. Per fortuna un amico arriva a rapirti, e quei dieci minuti con chi sa toccare le giuste corde e tirarti fuori un sorriso caldo ne valgono cento. E questa volta sembra che tutto quel fumo di grandi cervelli ti tocchi meno. Le corde giuste non le hai esposte ancora. E chissa se ne avrai la voglia. O il tempo. Che ora sembra ci sia altro. Altro a cui pensare. Altro da vivere. Altro da sistemare. Vaglielo a spiegare. A chi ti vuole ancora entusiasta e temeraria. Cosa vuoi che ne sappiano loro. Di un'idea passata di corsa e appuntata tra formule e nuove scoperte. Che poi le idee ci sanno stare tutte insieme, stipate in un foglio, tra una riga e l'altra. Poi torni alla tua vita, intesa come quella normale, ma è come se tutto fosse fermo o andasse talmente in fretta che fai fatica a recuperare. E c'è il momento di quella passione violenta che ti toglie il respiro, quello del collo caldo dei tuoi figli, delle parole sussurrate, delle braccia al collo. Sei tornata? E il tempo è dalla tua parte? Chissà...arrivano le ore nuove e scivolano una dopo l'altra ancora tra le tue dita. La tua amica e poche parole da dire, quell'ambiente cosí alieno e di nuovo quei sorrisi che ti obbligano ad avere quando non capisci proprio cosa cazzo ci possa essere da ridere nella tua di posizione. Sono ottimista, ci credo. Sono sempre ottimista? Ci credo ancora? Un nuovo colore sulla mano grande e mille sulla piccola, il gusto. Di una finta libertà di potere, ma è il momento, adesso. E chissenefrega se è poco maturo, io lo vivo. Almeno un po'. E cazzo non c'è neanche una foto, un secondo per uno scatto, e ora dove andranno tutti questi momenti mai fermati? Volati... No. Arriva . Una sera. Questa sera. Che sono giorni. E giorni. Che hai parole nella testa per riempire spazi bianchi. E anche per loro neanche uno scatto. Ma basta poco. Questo poco. L'acqua bollente della doccia. Il caldo menta di un olio che ti gratta la pelle. Il vapore dei capelli tra i soffi caldi di aria. Il viso pulito. Un corpo asciutto che ti costa fatica ma poi ti piace. Lenzuola di lino. Una nota agrumata di quell'olio che chiamano oro. L'attesa. Una pagina bianca e finalmente tu. Cinque minuti. Dieci minuti. La mente qui e non altrove. Ascolta... Eccola Cecilia, con i rumori che sono pensieri, un secondo melodici e quello dopo stridori. E queste qui, come si dice li dalke parti dell'uccellino blu, #soncose.
Buonanotte a tutti, che magari domani... Ci si risente.
sweet disposition by temper trap

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