19 settembre 2012

#INCONTRI

ve l'avevo detto a cosa mi stavo preparando. Di quelle cose che capitano quando si crea un circolo empatico. Che ti ritrovi con persone che non sai proprio bene che viso abbiano, se siano alte, o basse, o magre, o grasse. Che forse neanche sai che età abbiano. Ma conosci i loro sogni. Le loro paure. Sai quasi sicuramente quali parole userebbero con un bambino. Quale posto chiamerebbero casa. Per cosa verserebbero una lacrima. Quali pensieri spesso fanno loro compagnia la sera, o la mattina appena svegli. Accade anche che una di queste persone invece la conoscevi già. E poi vi siete avvicinate. Così vicino da sapere che sarebbe davvero strano tornare indietro, che ci sono biochimiche che non decidi.
E succede che tutte queste persone si ritrovino, un giorno. Che una mattina ti svegli e sei emozionata come una bambina, che si chiede come saranno, cosa penseranno. Che sceglie i vestiti, che spera ci sia il sole e che tutti si comportino bene.

E così, c'è stato il sole. E abbiamo mangiato in giardino. E i bambini hanno giocato.


E abbiamo chiacchierato. E ci siamo abbracciati. E bevuto il caffè a casa di appuntiditito.
E forse i nostri cmpagni/mariti/mogli ci avranno presi per matti.
O forse li abbiamo solo contagiati.
Perchè lo vogliamo rifare. Perchè una volta non basta. Perchè c'è la francia di biancume, con una piscina molto grande e accogliente.
E c'è un'altra Italia ancora, di mammajewel. Con quasi tre gatti e un'altra piscina.
Perchè c'è una vicinanza che 140 caratteri non bastano, non sempre.

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