28 settembre 2012

FIORI DI BACH e mal di stagione


Non si vede e non si sente. Che il cielo è terso e l'aria calda. I piedi nudi nei sandali, ancora. E le gambe scoperte. Le foglie gialle per terra spazzate via dal vento. Non è ancora quel lungotevere giallo che scricchiola sotto i piedi, come di quel ricordo nitido. Di pomeriggi passeggiando con mia madre, noi due da sole. Con l'ombrello in mano, giusto nel caso in cui. Il pranzo a via Frattina. Il centro di Roma, avvolta da quei colori caldi e magici.
L'estate non vuole più andare via, lo ha detto oggi il mio saggio E.
Eppure l'autunno è arrivato, lo sento nelle ossa. Mi fa pensare che i fiori di Bach forse me lo toglieranno quel vuoto nello stomaco che arriva d'improvviso. Anche se poi chissà, funzionano? Ricordo di notti insonni e piene di lacrime, quando tutto era buio e troppo difficile, e di quelle gocce prese con la sete di serenità, come se.

Ora la sensazione di luce soffusa. Il desiderio di una tazza calda di thè, col miele che ti si scioglie in gola. E una tuta comoda che non ti va di pensare a cosa metterti, che non ti va di pensare e basta. E quello stato di nervosismo latente, che da frenesia dell'inizio si è striato di stanchezze, di consapevolezze. Che non hai tanta voglia di resistere, ancora. A un milione di attacchi che vogliono risolverti con la pretesa di averti capita senza ascoltarti. Alle frasi banali. Ai consigli non chiesti. Che poi con le mani affondate nella tua vita ci sei tu, a districare i pensieri, a lucidare i sorrisi, a calmare le paure. A mettere da parte, che il tempo aiuterà. Le cose si assesteranno. Loro cresceranno. Questa società ti darà un posto e uno spazio.


Nel frattempo, vivi.



19 settembre 2012

#INCONTRI

ve l'avevo detto a cosa mi stavo preparando. Di quelle cose che capitano quando si crea un circolo empatico. Che ti ritrovi con persone che non sai proprio bene che viso abbiano, se siano alte, o basse, o magre, o grasse. Che forse neanche sai che età abbiano. Ma conosci i loro sogni. Le loro paure. Sai quasi sicuramente quali parole userebbero con un bambino. Quale posto chiamerebbero casa. Per cosa verserebbero una lacrima. Quali pensieri spesso fanno loro compagnia la sera, o la mattina appena svegli. Accade anche che una di queste persone invece la conoscevi già. E poi vi siete avvicinate. Così vicino da sapere che sarebbe davvero strano tornare indietro, che ci sono biochimiche che non decidi.
E succede che tutte queste persone si ritrovino, un giorno. Che una mattina ti svegli e sei emozionata come una bambina, che si chiede come saranno, cosa penseranno. Che sceglie i vestiti, che spera ci sia il sole e che tutti si comportino bene.

E così, c'è stato il sole. E abbiamo mangiato in giardino. E i bambini hanno giocato.


E abbiamo chiacchierato. E ci siamo abbracciati. E bevuto il caffè a casa di appuntiditito.
E forse i nostri cmpagni/mariti/mogli ci avranno presi per matti.
O forse li abbiamo solo contagiati.
Perchè lo vogliamo rifare. Perchè una volta non basta. Perchè c'è la francia di biancume, con una piscina molto grande e accogliente.
E c'è un'altra Italia ancora, di mammajewel. Con quasi tre gatti e un'altra piscina.
Perchè c'è una vicinanza che 140 caratteri non bastano, non sempre.

Incongruenze

Giornate che il rumore della pioggia non capisci se sia lui che fa da sfondo al tuo stato d'animo o viceversa. Che i pensieri fanno lo stesso identico ticchettio, convulso a momenti, poi in apnea, giusto il tempo di riordinarli, prima di un'altra serie, crescente.
Giornate in cui il caldo dell'estate sembra così lontano, che tutti quegli ossicini doloranti di raffreddore e starnuti manco sapevi di averli. Che la testa sembra bollire, e non solo di febbre, ma di vorrei, e potrei, e chissà. Peró poi.
Giornate senza tempo, che dietro a quel cielo grigio chissà se si nasconde un mezzogiorno o l'ora del the.
Giornate che arrivi a casa e in mezzo al fumo di una doccia bollente al profumo di lavanda ti riconcili col mondo. Che infili qualcosa di largo e comodo e ti butti sul divano. Che chiudi gli occhi e pensi che quel silenzio è d'oro, e che il rumore che ti fa impazzire ogni giorno di vocine acute tra risa e lagne che si inseguono in questa casa troppo piccola un po' ti manca. Ma è solo un pomeriggio e una notte, e domani ripenserai che vorresti solo un po' di silenzio. Che ormai sei una e doppia, donna e mamma, sempre.

14 settembre 2012

incontri che sfidano la pioggia: preparativi



io non ve l'ho detto perchè sono latitante che manco fossi un boss mafioso...ma domani è un gran giorno. Domani incontrerò due favolose amiche bloggers (baby a bordo e biancume )  ed un amico. Che chiacchieriamo su twitter, e sui blog. Epure negli occhi non ci siamo viste.. E' capitata un'occasione e l'abbiamo buttata lì, e adesso ci siamo. E saremo noi, e tutte le allegre famigliole. 6 nani. 8 adulti. Un pic nic. MA avete presente il diluvio universale, quello che salvate un maschio e una femmina per ogni specie che il Sinore si è arrabbiato, la colpa non è vostra e i due liocorni??? Ecco, è da ieri che va così qui a roma. E allora ciaociao villa ada. ciaociao picnic. E io continuo ad organizzare e non demordo...che mica ci fermerà la pioggia a noi eh?? Male che va ci buttiamo tutti a casa mia, solopostiinpiedi, tipo autobus, che in 14 in 50 mq la vedo l'unica opzione possibile. ma che ci frega. Come ho scritto, mi bastano la mia nikon, due sedie e un pò di spazio...e se proprio proprio ci scappasse pure un raggio di sole...sarà di nuovo estate :)

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