19 settembre 2012

Incongruenze

Giornate che il rumore della pioggia non capisci se sia lui che fa da sfondo al tuo stato d'animo o viceversa. Che i pensieri fanno lo stesso identico ticchettio, convulso a momenti, poi in apnea, giusto il tempo di riordinarli, prima di un'altra serie, crescente.
Giornate in cui il caldo dell'estate sembra così lontano, che tutti quegli ossicini doloranti di raffreddore e starnuti manco sapevi di averli. Che la testa sembra bollire, e non solo di febbre, ma di vorrei, e potrei, e chissà. Peró poi.
Giornate senza tempo, che dietro a quel cielo grigio chissà se si nasconde un mezzogiorno o l'ora del the.
Giornate che arrivi a casa e in mezzo al fumo di una doccia bollente al profumo di lavanda ti riconcili col mondo. Che infili qualcosa di largo e comodo e ti butti sul divano. Che chiudi gli occhi e pensi che quel silenzio è d'oro, e che il rumore che ti fa impazzire ogni giorno di vocine acute tra risa e lagne che si inseguono in questa casa troppo piccola un po' ti manca. Ma è solo un pomeriggio e una notte, e domani ripenserai che vorresti solo un po' di silenzio. Che ormai sei una e doppia, donna e mamma, sempre.

1 commento:

  1. come è vero. Se non ci sono è rilassante, ma quando ci sono è bellissimo, eh, sì, non si è più una cosa sola...

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