15 gennaio 2013

qualità e quantità, chimere e alibi



Sono giorni che mi imbatto in post, tweets o conversazioni e battute 1.0 sulla questione annosissima del tempo che si dedica ai propri figli.
Che è importante la qualità, non la quantità.
Che non ci si può dedicare solo ai figli.
Che se si hanno figli non si può pensare a se stesse.
Che un figlio non può essere un limite.
Che ognuno ha diritto di seguire le proprie ambizioni.
Che essere una madre non deve essere un handicap.
Ho letto molto sull'argomento della conciliazione, di quella paradisiaca pratica che permette alle madri lavoratrici di trovare il giusto mezzo per conciliare appunto lavoro e famiglia, e quella è un'altra storia.
Io lavoro. Amo il mio lavoro. E' parte di me, non solo una necessità. Ho esigenze di solitudine marcate e non troppo sporadiche. Ho bisogno dei miei spazi. vado in ebollizione se a un certo unto non riesco a stare 5 minuti da sola.
Io sono figlia di una donna che ha cucito a stretto filo il binomio maternità e sacrificio. Che una volta che hai fatto dei figli non puoi mai più non metterti sempre e comunque in secondo piano, di qualunque cosa stiamo parlando, figuriamoci di quelle cose futili e inutili. al massimo ci potrà essere qualche necessità fisiologica. Una donna che ha cambiato lavoro per conciliare.
L'ho sempre demonizzata. oggi la capisco. ma questo è un altro argomento, dicevo.
Veniamo al resto.
Alle uscite serali con le amiche. Ai viaggi di coppia. All'estetista. Alla palestra. Al telefono. Allo shopping. Alla lettura. Al parrucchiere. Ai massaggi. ai week end con le amiche. Ai the con le amiche.
E aggiungiamolo anche al lavoro.
Ma non per forza.
Ecco o anche qui dico : in medio stat virtus.
perchè il fatto è che dal mio punto di vista i figli sono una parte delle mille cose che fanno la nostra vita, ma ne sono una parte ingombrante, ben più di tante altre.
E' che loro li abbiamo fatti arrivare noi in questo mondo, è che noi dobbiamo prenderci cura di loro. E' che noi siamo il loro mondo. E' che loro devono crescere e lo faranno con noi.
E allora io credo che loro meritino un'abbondante fetta del nostro spazio, e del nostro tempo. Non un ritaglio.
Che io merito dei ritagli di tempo per me, sacrosanto, e non vi azzardate a togliermeli.
Ma loro non meritano i miei ritagli, meritano di più.
Perchè lo voglio anche io di più, onestamente.
Perchè la qualità per me la fa anche la non fretta, la tranquillità, la serenità di non essere incastrati tra spesa e ceretta, o tra un viaggio di lavoro e una lezione in palestra.
Ci vuole equilibrio, non nascondiamoci dietro a un dito.
ci vuole rispetto, di tutte le parti in gioco, bambini compresi.
ci vuole di capire che se li abbiamo messi al mondo qualcosa dobbiamo loro, per quanto diffciile e faticoso sia da capire.
Io nelle mamme del bacio della buonanotte e basta non ci credo.
e badate bene, non credo neanche in quei papà. e' da uno così che mi sono separata.
se hai deciso di avere una famiglia è perchè hai deciso di darle un posto nella tua vita.
un posto che richiederà tempo. Hai il dovere di darglielo.
Ed è stata una tua scelta, sei tu che devi dare le giuste priorità e se c'è da sacrificare, sacrificare.
Ho vissuto anni di solitudine con accanto un uomo fantasma. E' un prezzo che non smetterò mai di pagare, nè io nè i miei figli, perchè quell'uomo sarà sempre il loro padre e non ci sarà mai altro uomo nè per loro nè per me che condividerà al 100% educazione e crescita. E' un prezzo alto. Io quando mi sono separata gli ho detto che probabilmente lui non era fatto per avere una famiglia. Lo penso ancora.
Lavoro. Amo fare shopping. ho bisogno di the, vaffè e cene con le amiche. Di week end ioe  Lui da soli. Di andare in palestra. Di farmi un massaggio e una manicure non troppo di rado.
E non potrei mai rinunciare ai miei spazi nani-free.
MA amo stare con i miei figli, guardarli e basta. Chiacchierare con loro. mangiare pop corn davanti alla tv. Cantare e ballare, e ora anche fare yoga. Giocare a mamma e figli. E farlo spesso e con calma.
E poi pensare che non ne posso più e uscire per i fatti miei e pensare a me.
E ci sono troppe troppissime cose nella mia vita e io non riesco a farcele stare tutte, così ogi rinuncio a una e domani a un'altra. Ed è vero che troppo spesso rinuncio a cose che riguardano me, per pigrizia, per senso di colpa, per abitudine, epr facilità, non so. E non è giusto.
MA non è giusto neanche il contrario.
Il tempo per tutto è una chimera.
Il non tempo per i propri figli a volte è un alibi.


2 commenti:

  1. Sono d'accordissimo con te. Giustissimo prendersi i propri spazi (e io ne ho un bisogno pazzesco), ma i figli hanno bisogno anche di tempo. Di tempo di qualità, ovvio, ma sempre di tempo si tratta. Un abbraccio!

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  2. E niente. Sottoscrivo tutto, virgole, refusi, punti e a capo, maiuscole e minuscole. E tra l'altro è vero che non sempre si riesce, non sempre si fanno le scelte giuste,ma almeno uno ci prova, e questo è già tanto, a parer mio.

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