8 settembre 2011

IN-CONCLUSIONI

La scena è la seguente: sono davanti al pc (ovviamente al lavoro), ho due nuovi lavori da scrivere (articoli scientifici intendo, di quelli che ci vuole la testa, e tanta perchè poi qualcuno ti farà davvero il culo con l'unico scopo di smontarti)....e canto. Si, canto un pò di tutto, dai train a ben harper, passando per elisa e i Lunapop (sto davvero cantando i Lunapop??? OHMIODIO)....ah si, certo, sono sola. Ovviamente il mio fantascientifico lavoro sulla chemioterapia e l'infertilità è su pagina 1, tipo:eraunanottebuiaetempestosa. machebello. Machisenefrega. Sono di buon umore. dare libero sfogo ai miei istinti di eterna adolescente cazzona MI FA STARE BENE. E allora lo faccio. Mi concedo spazi di inconcludenza, molto consistenti a volte. Sono stata capace di fare un palloncino con la gomma in faccia ad un ricercatore alla prima riunione della nostra collaborazione...e volevo sotterrami ma lui ha sorriso (avrà pensato che ero una deficiente ma tanto poi ha cambiato idea...credo...si sicuramente lo avrà fatto). E me li tengo stretti...i miei spazi. Ogni volta che li ho lasciati andare è successo il putiferio, e mi sono ritrovata a rivoluzionare totalmente la mia vita...perchè di mezze misure non ne ho. Ecco. L'ho detto. Mi sono convinta. Il punto di equilibrio sta lì: assecondare. Se stessi. I propri bisogni. La propria indole. E anche la propria razionalità. Cantare a squarciagola. Dire quello che si pensa. Baciarsi in mezzo alla gente. Ridere, anche a voce alta. Perdere tempo. Fare cose inutili. Coccolarsi. farsi coccolare. Partire. E tornare, se ci va. In una parola: muoversi, che CHI SI FERMA E' PERDUTO...tutto chiaro, no?

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