Purtroppo è successo. Che una persona cara se ne sia andata. Che era diversa da me, come la notte e il giorno. Che abbiamo avuto momenti di scontro violenti, momenti durati giorni, o anni. Che in fondo ognuna di noi faceva solo la madre, e a volte ruggiva. Che poi però siamo state un po figlia ,io, e un po madre, lei, l'una per l'altra. In questa famiglia così particolare che è la mia. Che è costata urla, e graffi, e lacrime. E rabbia e silenzi. Ma che è un dono prezioso. Perché lei io l'ho potuta piangere come una figlia, tra le braccia di suo figlio, il padre dei miei. Accanto alla sua vera figlia, che non condividiamo il sangue ma siamo sorelle. E stringendo i miei bambini.
Ed il mio, di figlio, mi ha mostrato il suo cuore grande, quando ha voluto salutare sua nonna come un grande. Quando mi ha detto "io non voglio piangere mamma, perché io piango quando qualcuno mi fa qualcosa di male, e nonna non mi ha fatto niente".
Io ho questo dolore grande nel petto, quello che ti lascia il vuoto, il distacco da chi ha avuto tanto da darti, e forse lo aveva ancora. E tutto questo è ancora più grande al pensiero dei miei bambini, che hanno perso la loro nonna. Che mi gridano che non è giusto, perché loro sono piccoli. Che si chiedono perché. Ma che mi mostrano anche quanto siano in grado di viverlo quel dolore, avidi di risposte e dettagli.
È così che vede un bambino, più lontano di un adulto, più coraggioso a volte, più consapevole. È così che Lulu ha voluto stare attaccata alla sua nonna fino all'ultimo, perché era felice così e non le faceva impressione, era la sua nonna. E che Edo ha voluto salutarla al funerale, che lui lo sapeva benissimo che dentro la bara c'era nonna ma non importava, lui voleva salutarla. E la loro determinazione ha scalfito i miei dubbi e il mio istinto di protezione, come non avrei pensato.
Ed è così che con gli occhi e il cuore di un bambino abbiamo potuto salutarla tutti insieme.