28 giugno 2013

una base sicura

web: citazioni famose
una base sicura.
tale dovrebbe essere una madre. quella che seppur ti esprimerà opinioni anche critiche non ti giudicherà mai. quella che comunque andrà sarà accogliente, e di conforto. il bene gratuito. l'amore incondizionato. l'unico di una vita intera. quella da cui tornare quando qualcosa è andato storto. ma anche quella con cui gioire se invece le cose sono andate dritte. perchè come la mamma non c'è nessuno. ed è vero. perchè sembra banale, ma quell'amore incondizionato ci renderà capaci di sfidare il mondo a testa alta, certe che non potrà capitarci nulla di terribile, alla fine un posto sicuro lo avremo sempre. Anche se sbagliamo. Anche se cadiamo. Anche se tutti ci saranno contro. Anche se non sapremo dove andare, o come. Se ci perderemo. Se ci vorrà più tempo.
Questo è quello in cui credo, fermamente.
Questo è quello che cerco di essere per i miei figli, ogni giorno.
A volte sembrano scelte contro corrente, più deboli, troppo morbide.
Lo sembrano senz'altro alla mia di madre che mi ha cresciuta con la convinzione che dandomi quella base sicura mi avrebbe resa debole e insicura, fragile e non autonoma. Una madre che mi ha lanciata nel mondo sempre con una critica di sprono, piuttosto che con un complimento rassicurante. Tanto ci pensa il mondo a dirti che sei brava, io ti devo dire dove sbagli. Il mondo per alcuni versi forse ci ha pensato, a volte. A volte no. Ma quel senso che manchi sempre un pezzo resta. E ti accorgi che quel pezzo lo cerchi ancora, che dentro di te ancora non l'hai saputo mettere. che hai passato una vita a cercare di trovarlo seguendo schemi che non ti appartenevano. Poi li hai smontati tutti, per riconoscerti finalmente nella tua originale essenza. Ma sempre senza quel pezzo.
e ci sono giornate come queste, in cui in teoria hai un successo che però non ti importa e che forse non vorresti, non così, non qui. In cui ti ritrovi invischiata nell'ennesima discussione con quella donna, che sta prendendosi cura dei tuoi figli nel tempo che tu non hai, e con cui non fai che discutere perchè i modi sono quelli che non vorresti. Poi pensi che non importa, che la mamma sei tu, e che quello conta.
Ma in queste giornate, quando devi di nuovo, come sempre, discutere le tue scelte educative con chi non le condivide, ci sono parole che non vorresti sentire.
Perchè hai capito che a te dello sprono non te ne frega niente.
 Perchè tu lo sia dove stai andando, e perchè, e come.
Ed è una scelta, consapevole e convinta, non una fatalità.
E non vuoi persone che ti dicano che non fai bene,e perchè, e quanto. Non persone che ti dicano che sei tutto ciò che loro proprio non concepiscono e non vorrebbero. Soprattutto se sono le persone da cui arriva il tuo sangue. Soprattutto se sono quelle che non dovrebbero mai dire certe cose.
Ed è in giornate così, che ti ritrovi in piedi, controvento, con le lacrime agli occhi, e semplicemente tu SAI che madre essere, e farai ogni cosa per rispettarlo, perchè i tuoi figli abbiano tutto l'appoggio che serve per volare sicuri e forti, liberi di essere tutto ciò che vorranno.

( e lo so che questa canzone l'ho già postata, ma per questo post è semplicemente perfetta)
Che di musica non ce n'è mai abbastanza.
Nè di parole scritte, che ti rapiscono per liberarsi in posti e climi e aria che non sapevi, e che non avresti conosciuto mai se non.
E di film, divorati dal divano da sola la notte, con la finestra aperta in estate o una coperta addosso in inverno. Con le lacrime o le risate, a immaginare, e toccare, e sentire.
Evasione. Ossigeno. Sangue nuovo. 
E la musica... la musica. La risposta ad un bisogno in formato tascabile. C'è sempre quella giusta, sempre. 
E non ne hai mai abbastanza.


26 giugno 2013

ZEROTHINKING

Ho tempi stretti, tanto da dover inserire in una to do list la pipì, così che io sia sicura di avere la possibilità di farla perchè sono nel luogo giusto al momento giusto.
E pensieri densi, da non riuscire a passarci attraverso. così che io preferisca sempre di non pensare affatto, e svegliarmi nel cuore della notte col cuore in gola, la testa offuscata e la nausea perchè la notte non so tenermi fuori dalla nebbia.
Resto qui, attaccata unghie e denti a quello che amo e so fare, contro tutto e tutti, contro logiche e dinamiche, contro un mondo che non mi ha dato il cognome giusto, che mi ha tolto la persona utile, che mi risucchia e consuma energia e passione senza darmi nulla in cambio.
Osservo eventi contrari arrivarmi addosso e tento di restare in piedi, senza chiedere a me stessa di cercare risposte che forse non esistono nemmeno.
Rosicchio momenti da madre, sempre troppo pochi, sempre inquinati da malumori, stanchezze e cosa da fare. Sempre non abbastanza.
Soccombo all'assenza di un tempo per me, sia una corsa controvento dove lasciare andare i pensieri annidiati, o cinque minuti di sole forte a scioglierti fino all'ultima goccia, o un film, o un libro, o solo quel momento necessario a far uscire fino all'ultimo cm cubo di aria per avere al sensazione di essere più leggera di quei famosi 21 grammi.
Passo in rassegna la mia lista di doveri, attribuiti e autoinflitti, senza essere mai in pari.
I miei goffi tentativi di eclissarmi hanno conseguenza apparentemente mai favorevoli.
Chiedo troppo, a me stessa, a chi ho intorno, alla mia vita, ai miei figli probabilmente.
Non so curarmi in questo momento.
Vorrei piuttosto qualcuno che curasse me ma, come mi fu detto tempo fa, non faccio capire che ho bisogno di aiuto, deve essere questo il motivo per cui raramente mi si offrono punti di appoggio che quasi sempre mi vengono chiesti.
Non so, sono in questa fase di zerothinking, hold on please.



PS ecco, io i tutorial, i posts di DIY, ora lo sapete perchè, ma io quelli proprio no.


24 giugno 2013

Needings

Ci sono bisogni.


La prima cena in giardino con amici e bambini che riempiono l'aria di confusione il giorno in cui eri stanca e nervosa.
E il silenzio dopo, che si mischia all'odore di bagnato del prato appena annaffiato e ti entra nelle narici e riempie occhi e cuore.
I dieci minuti rubati con un libro tra le mani sotto il sole caldo, sull'amaca appena montata, in mezzo ai gelsomini.
Le risate a crepapelle dei bambini sulla stessa amaca, rubate di nascosto dietro a un vetro. 


Un bicchiere di coca cola freddo, una fettina di limone, il cielo scuro, l'aria finalmente fresca, e le chiacchiere sugli scalini con la vicina di casa matta che non sapresti farne a meno.


L'aria tiepida del tramonto, con la musica alta, e l'idea che qualunque cosa vorrai tu potrai ottenerla.


Il progetto di una fuga, dell'amore fatto con l'aria che soffia dalle finestre aperte mentre fuori il mondo dorme.  
L'idea della tua piccola principessa in gonnellino che solca una pista di ghiaccio leggera, e conquisterà il mondo.


L'espressione divertita di quel piccolo uomo che ti racconta di come si è lasciato incantare dalla magia di Roma in estate.
Ci sono bisogni che forse non sai. E poi ci sono momenti in cui capisci che erano li, e tu non aspettavi altro che fossero esauditi.





3 giugno 2013

SHE




Lei ha due occhi grandi, curiosi di vita e di mondo. Ride, da che non aveva nemmeno due giorni. La osservo, spesso. Amo il modo sicuro in cui si muove nel mondo. Sembra volerlo consumare, veloce, impaziente. Che le cose da fare non sono mai abbastanza. Con quell'entusiasmo contagioso che tutti la amano dopo cinque minuti. L'aria furba e birbante se con la coda dell'occhio ti vede, che la osservi. Quell'aria di chi sa il fatto suo.
Lei che è anche così piccola, una mini donnina. Che scimmiotta le donne vere che ha intorno. Che ha sogni di principesse e vestiti con cui fare la ruota.
Lei che le coccole non sono mai abbastanza, che i "ti voglio bene fino all'infinito e dentro ai buchi neri e tutti gli altri mondi"per fare a gara a chi vuole più bene a chi. Lei che nella notte scivola nel mio letto, mi prende la mano e non la molla fino alla mattina dopo.
Ha solo 5 anni, da una settimana. E forza e coraggio. Forse troppi, da nascondere quell'ombra che solo uno sguardo attento coglie . Perchè è come un lampo, che passa veloce ogni tanto, da qualche giorno.
E lei è una parca di parole, e ha tutto un modo suo di lasciar filtrare le emozioni.
Ci ho messo un pò, allora. A capire che la mia bambina era spaventata. Che qualcuno l'aveva tradita. Che voleva aiuto ma non sapeva chiederlo.
Manine piccole che cercano goffe. Sguardi grandi che chiedono risposte.
Che a cinque anni non puoi sapere da sola che alcune cose non devi ascoltarle, che nessuno ti farà del male se corri dalla mamma.  Che il mondo non finisce in una stanza buia dove altri bambini ti dicono cose brutte. Che da quelle cose brutte la mamma ti può proteggere, e che nessuno si arrabbierà.
Che può capitare che una maestra non veda tutto. Che può succedere che un adulto ti deluda.
Ma piano piano le cose torneranno a posto. Perchè la mamma non ti molla, e ti custodisce sempre, senza abbassare la guardia mai.


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