ho il ferro da stiro alle mie spalle...credo siano anni che non lo tocco. e adesso devo, che la mia fatina non c'è più, e io devo stirare. Ed è una cosa piccola e stupida, eppure mi fa sentire il cuore piccolo. Che in ogni angolo della mia casa c'è un pezzetto di quella piccola donna, che non ci riesco a non pensare che devo ricordarmi di chiederle, che devo dirle, che è una settimana che non la vedo. E non ci pensi che una mancanza possa diventare così grande e presente, all'improvviso. Che non ti lasci più sola, nè di notte nè di giorno. In pensieri sfuggenti, in guardi che sfiorano oggetti, fiori, angoli...di vita. Ci sono cose che sento come lasciti. Quel piccolo rododendro da travasare. La rosellina bianca che sembrava morta e quelle mani d'oro hanno resuscitato. Le olive da raccogliere per seccarle e metterle sott'olio. Il ciambellone...quella ricetta segreta capace di farlo crescere fino al cielo soffice come una nuvola e con il sapore di una merenda a casa della nonna in un pomeriggio d'inverno. E io non l'ho imparata.
Sono malinconica, e affaticata da troppe cose che il loro verso faticano a prenderlo, che vorrebbero quei cinque minuti di sorrisi e parole sagge di chi sembrava non fermarsi mai...
e invece adesso mi tocca stare qui, con questo stupido ferro da stiro in mano, a confondere lacrime e vapori...
e come si fa adesso?