29 maggio 2014

Del perchè e del per come

Mi intestardisco, spesso. Nel tentativo di risanare forse qualche crepa che non è neanche troppo evidente.
Chissà.
Quel bisogno di aggiustare ogni cosa, di non mollare fino a che non è tutto in ordine.
Sto guarendo eh, mi impegno da tempo. Ma la strada è lunga e tortuosa, e il lupo si sa...
Così mi ritrovo a considerare.
Che do spazio a persone molto lontane da me, e mi affanno nel tentativo di conciliare, a volte, di trovare nicchie morbide, altre, in mezzo a tanti spigoli. In spazi stretti. Chissà perchè poi. Chissà per come.
Come se dovessi necessariamente starci in quello spazio così angusto, che mi si addice così poco.
Quando c'è tutto un mondo nuovo, fluido, avvolgente. Con persone dalle braccia larghe e aperte. Incasinate e colorate. Folli e rumorose. Che amo. Perchè di spigoli quasi quasi non ne hanno, o forse chissà, che siamo capaci di nasconderli, come i ricci, solo per stare più vicini. E mi piace. Che quando un posto ha pochi angoli poi ti ci adatti meglio, comunque tu sia.
E penso sempre a lei e a lui, quelli che stanno capendo che persone essere. Che devono imparare ad ascoltare, oltre il rumore di fondo, ciò che sono. Ci penso quando mi lancio senza troppi pensieri in discorsi e atteggiamenti poco quadrati, e mi sento bene, che voglio solo che loro imparino che gli spigoli in fondo servono a poco. E mi guardano con uno di quei sorrisi che fa diventare gli occhi piccoli.
E allora ci penso, che il perchè e il per come  non importano, perchè quello che importa è tutto lì.


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