20 febbraio 2012
Nero pece
Eccomi qui..è un momento buio, nero pece. Di quel nero che ti si attacca addosso, che sembra entrarti fino alla gola, che non sembri capace di respirare respiri fatti di aria e non di lacrime, che non sai parlare parole che non siano di rabbia, che in fondo vorresti solo urlare. Perchè le cose sono successe, e tu le hai tamponate, ingoiate, digerite e messe da parte. E sei andata avanti, ancora e ancora. E ancora. Una dopo l'altra, a frequenza sempre più alta...fino a che capita quella un po' più grande. Arriva la botta quando hai la guardia abbassata che ancora stavi rimettendo a posto i pezzi dopo la botta precedente. E allora il colpo te lo becchi tutto. E cadi cazzo. È come se ti arrivassero tutte le botte insieme, all'improvviso ti accorgi di essere dolorante e carica di ogni singolo colpo. Ti volti e le vedi tutte li, quelle cose ingiuste e difficili da digerire che credevi di aver superato. Non le hai superate per niente. Hai creduto di averle azzittite ma lo hai fatto solo fino a che le loro voci non si unissero tutte insieme per gridare ancora più forte. E oggi è quel giorno. E questo momento è quel momento. Mentre sono qui seduta in attesa che la mia dottoranda migliore discuta la sua tesi, quella che io ho scritto con lei, correggendola anche di notte o nei week end. In questo bel momento io sono qui a sentire solo che le mie spalle non reggono più. Ho giá detto che faccio ricerca, con quanta fatica, e con quanto amore. E succede che sono anni che lavoro con la stessa persona. Anni in cui io ho avuto sempre maggiori responsabilità, al punto che faccio io TUTTO il lavoro. MA per me il posto non c'è. E non ci sarà. Perchè lei ha cambiato prof, perchè lei non ha abbastanza peso, perchè lei non ha rotto le palle o chiesto, perchè lei non mi ha promossa. Intorno a me persone con curriculum peggiori del mio a cui si creano prospettive. Alle volte prospettive che si fondano sul fatto che loro godano del mio curriculum. O delle battaglie che ho fatto io. E oggi è chiaro che per me non c'è futuro. Non qui. Difficile pensare altrove in questo mondo italiano dove la ricerca conta meno di zero e dove in un mondo saturo conta da quanto ci sei anche più del come. Difficile credere che tutto quello che ho fatto fino ad oggi non sia servito. Sacrifici. Tanti e pesanti. Mesi e mesi di lavoro non pagato alternato a lavoro con stipendi ridicoli. Figli avuti clandestinamente perchè la maternità non era prevista e avrei perso il contratto. Nottate e week end in laboratorio, poi nottate e week end di studio per prendere tutti i titoli giusti. Sono entrata in sala parto con la tesi della mia tesista di allora (oggi dottoranda) nella borsa, ve l'ho raccontato. La mia borsa, non quella della mia capo. Ho fatto l'ultimo esame della mia specializzazione una settimana prima del parto. E di cose così io potrei raccontarvene tante. E tante. E ho sempre creduto che ne valesse la pena, che alla fine questo mi sarebbe stato riconosciuto. Oltre al mondo scientifico internazionale,quello vero, che mi riconosce un ottimo curriculum. Che l'università me lo avrebbe riconosciuto, dandomi un nome che rispecchi quello che ho fatto. Ma invece no. Oggi il mio ex prof mi ha detto che la mia alter ego avrà un posto. Lei era arrivata dopo di me e mi veniva dietro a ruota. Poi la mia capo se n'è andata perchè non c'erano prospettive e io con lei. Io ho avuto un contratto di 6 mesi pagato una miseria dopo 4 mesi non pagati. Che posso dire? Se avete visto il film "c'è chi dice no" potreste capire. Io quel film l'ho visto e fuori dal cinema ho pianto. Perchè essere intelligente e avere grandi capacità e avere grandi ambizioni e dover concludere che la mediocrità è l'unica possibilità che hai per colpa della società è frustrante. È ingiusto. Ti fa chiedere se il fatto che la maestra di tuo figlio ti dice che ha un intelligenza sopra la media sia davvero una fortuna e non una condanna. Perchè per me è diventata una condanna. E io vorrei che non fosse così per me, vorrei che non fosse così per i miei figli. Ecco perchè io vorrei andare via da qui. Perchè vorrei portare il mio cervello dove possa essere apprezzato e anche sfruttato. Leggetevi l'art.1 della costituzione italiana, e poi ditemi..io non so più credere che sia vero. Io non so più credere in un paese che mi ruba il fiato. L'energia. L'entusiasmo. Questa volta io non so se resisto ancora. Questa volta mi sembra che sia troppo.
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giusto giusto una di quelle storie che mi fa troppo incaxxare!!! Sai qual è il bello? che ci tocca TUTTE. E mi sto rompendo un po' le scatole del fatto che non sia possibile far niente, che dobbiamo arrenderci al fatto che il posto sicuro non esiste, che la maternità è un limite, che cervelli come il tuo dobbiamo necessariamente affidarli alle mani più sapienti di altri Stati. Ci pensavo proprio stamattina, che la Costituzione non la legge più nessuno, manco sto governo tecnico e tanto illuminato???
RispondiEliminaPotrei solo aggiungere e aggiungere parole di sdegno e oggi parecchio incazzate.. Ti ringrazio. Perchè avere intorno chi ti sostiene quando sei in mezzo ad un mondo cosí difficile è già qualcosa...
RispondiEliminaCi sarebbero da scrivere milioni di parole, di cui la gran parte censurabili. Ma non ci credo che la tua testa sia una condanna. Anzi. Si, sono lacrime e sangue, e esaurimenti nervosi da ingiustizie eclatanti, ma la ruota gira, DEVE girare, non c'è alternativa. Qualunque cosa sceglierai, qui o altrove, la tua testa sarà la tua salvezza. Perchè se anche avranno un pezzo di carta in più, uno stipendio fisso e la vita facile, rimarranno quello che sono. E le scorciatoie si pagano, sempre. Non subito, ma sempre. E c'è una cosa, poi, di cui sono strasicura: che l'esempio della tua testa funzionante sia uno dei migliori regali che hai fatto a tuo figlio. Costi quel che costi. Questo paese sta raschiando il fondo del barile. Ma io spero che i nostri figli avranno sorti migliori. Anche grazie alle nostre incazzature.
RispondiEliminaCecillia non ci sono molte parole da dire ma solo l'amara constatazione che siamo un paese miope e mediocre che trascura Le sue risorse più preziose. La tua rabbia è comprensibile e condivisibile Ma non devi mollare soprattutto perché il tuo bimbo e la sua intelligente meritano Un percorso diverso. Noi abbiamo solo un'arma la condivisione e nel mio piccolo ci proverò. Tieni duro
RispondiEliminaCome ti ho già detto in separata sede, 10 anni fa ti avrei risposto di non arrenderti e lottare per cambiare le cose.Oggi chino il capo e ti comprendo impotente... :(
RispondiEliminaProprio perché tuo figlio ha un'intelligenza da coltivare non vedo perché lasciargliela sprecare in una scuola che offre 2 ore di religione alla settimana contro 1 sola d'inglese, tanto per dirti il primo esempio che mi viene in mente. Da quel che m'hai accennato su twitter capisco che non sei nella situazione da poter dire autonomamente: "Sapete che c'è? Mi sono stufata!", e prendere figli, armi e bagagli per espatriare. Ma non è nemmeno giusto masticare amaro così. La mia è un'opinione parziale, sia dal punto di vista che dalla conoscenza della tua situazione, eppure io me ne andrei lo stesso. Per quanto possa essere difficile, amaro, faticoso.
RispondiEliminaIo ti capisco bene e tu lo sai. a volte penso che se avrò un figlio gli sconsiglierò di studiare, tanto a cosa serve? a cosa? Meglio iscriverlo al golf club dell'Olgiata così si coltiva sin da piccolo le amicizie giuste che gli daranno i giusti calci in cu*o per vincere i concorsi giusti o entrare nei posti giusti. Va bè, scusami, ho vomitato solo dolore, non certo realtà. Un abbraccio forte di solidarietà
RispondiEliminaCiao, giusto un commento per esprimere solidarietà. Sono ricercatore anch'io e so di cosa parli avendo vissuto tutte le frustrazioni di un sistema malato per dieci anni. Adesso sono a Stoccolma e la mia vita dal punto di vista lavorativo è decisamente cambiata. Ho comunque difficoltà a dirti se questa è la scelta giusta o meno perché nella vita tutto ha pro e contro.
RispondiEliminaIn bocca al lupo.
V.
ancora una volta vi dico grazie :)
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