Attenzione: questo è un post noioso. Di quelli che mi girava di sfogarmi. E di lamentarmi. Ogni tanto lo faccio...
devo dirlo, con grande fatica, ma almeno per un pò pensavo di avercela fatta. Ho davanti qualche mese di pausa forzata dal lavoro, stavolta senza stipendio ho pensato di lavorare un pò meno, e alla fine mi andava, visto che è un momento davvero critico e faccio fatica da andare avanti. Perchè? beh...basterebbero un paio di parole: ricerca e Italia. Mettetele insieme e avete la ricetta sicura per la depressione. Io sono una ricercatrice di fatto ma ahimè senza titolo, automotivante, autogestita, autofinanziata (spesso), automunita , autocombustente...e chi più ne ha più ne metta. Amo questo lavoro con praticamente ogni fibra del mio corpo, il mio cervello è perennemente settato sull'ON ed ogni occasione è buona per una curiosità scientifica. E per questo faccio fatica a mollare, come avevo già detto agli esordi in questo blog. Tengo duro da ormai dieci anni, ma ci sono giornate difficili, come questa. In cui dopo che hai cmq pensato che almeno hai trovato chi ti paga altri sei mesi, che alla fine hai pochi mezzi ma le tue idee ai congressi vanno da paura, che se alcuni tra i più forti laboratori all'estero hanno pensato quello che hai pensato tu, tu pensi giusto e vale la pena insistere. Che prima o poi qualcosa cambierà, che ne vale la pena..ecco, dopo tutto questo arriva l'ultimo resoconto su come gireranno le cose adesso, nel dopo Gelmini. E più o meno il succo è: Sorry but...non siamo ricchi abbastanza. Perchè ora i posti universitari si pagano. E'legale, eh. lo ha deciso MariaStella. Ahimè...noi tanto ricchi non siamo...
però vedete?? quella foto lassù...ecco, quelle sono uno dei frutti del mio lavoro. Una fatica immonda...è un'isola pancreatica che sopravvive...è favolosa. E' mia.
E allora...io non so mollare. Un modo si troverà.
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